ALACEVICH (o Allacevich)
Famiglia dalmata della regione di Macarsca, immigratavi secondo la tradizione nel 1464 da un castello presso Zvornik sulla Drina, in seguito alla conquista turca della Bosnia. Un conte Paolo è tra i firmatarî della dedizione di Macarsca a Venezia (1646) alla quale la famiglia si mantenne fedelissima. Parecchi servirono Venezia con le armi, tra i quali Pietro di Stefano (1710-1790) e Pietro di Andrea (v. oltre). Niccolò di Gregorio, nato nel 1666, fu prigioniero in Algeri dal 1700 al 1707; nel 1731 vinse alla Scala, nelle acque di Cefalonia, due galeotte barbaresche e, mentre il figliastro Stefano cadeva al suo fianco, venne ferito e si meritò un'onorificenza; nel 1742 divenne governatore di S. Maura e nel 1744 governatore delle armi della Fortezza nuova di Corfù, dove morì due anni dopo.
Durante il periodo della Restaurazione, molti membri della famiglia dovettero dedicarsi ad altre professioni, lasciando Macarsca. Tra quelli rimasti in Dalmazia si segnalarono Pietro di Andrea (1740-1829) che, dopo avere militato per Venezia, rifiutò, a Zara, il giuramento di fedeltà all'Austria; Antonio di Gregorio (1751-1815), che militò anch'egli per Venezia; morì di peste, e le sue carte vennero bruciate, sicché gli Alacevich non poterono dimostrare, in seguito alla revisione dei titoli nobiliari imposta nel 1816, il loro diritto al titolo comitale. Francesco di Antonio (1805-1858) si acquistò benemerenze per iniziative di carattere economico e lavori stradali, continuati anche dal figlio Antonio, podestà di Macarsca. Durante l'ultimo periodo del dominio austriaco, gli Alacevich si schierarono in maggioranza con il partito italiano: Pompeo di Doimo, nato a Bencovaz nel 1881, fu ferito nei tumulti provocati dall'inaugurazione della facoltà giuridica italiana di Innsbruck (1904) e imprigionato; presidente della Società degli studenti italiani della Dalmazia (1905-06), si segnalò per la sua attività irredentistica e, dopo l'intervento dell'Italia nella guerra mondiale, fu chiuso in un campo di concentramento. Altri disertarono, per non combattere nell'esercito austriaco; due (Ernunegildo A. de' Cinque e Valerio) combatterono nell'esercito italiano; altri furono tra i legionarî fiumani o presero parte alla Marcia su Roma. Giuseppe di Antonio (1828-1904), censigliere della Corte d'appello di Zara, si occupò di studî storici sulla Dalmazia, fu tra i seguaci di A. Baiamonti a Spalato e tra i fondatori del Bollettino d'archeologia e storia dalmata (Spalato 1878 segg.) e della Biblioteca storica della Dalmazia (Ragusa 1882 segg.); redasse Il Tabularium ossia gli archivi storici della Dalmazia (Zara 1901 segg.). Anche Tito (nato a Spalato nel 1860) e Angelico (nato a Spalato nel 1877) presero attiva parte al movimento irredentista e nazionalista.
Bibl.: Memorie della famiglia A., Ragusa di Dalmazia 1884 (Bibl. stor. d. Dalm., IX).