al-ḤĪRAH
RAH Antica città del ‛Irāq, a SE. dell'attuale an-Nagiaf. Fondata in epoca imprecisabile anteriormente al sec. V dell'era volgare, in posizione climaticamente e commercialmente favorevole, fu sede della dinastia araba dei Lakhmidi, vassalli dell'impero persiano dei Sasanidi, per conto del quale custodiva la vicina frontiera del deserto siro-arabico. La sua piccola corte provinciale ebbe in epoca preislamica una certa importanza politica e culturale di fronte all'irrequieto elemento beduino della penisola arabica; e vivo è rimasto nella tradizione araba il ricordo delle sue vicende dinastiche, della grandiosità dei palazzi e castelli reali (tra cui famoso il vicino palazzo di al-Khawarnaq), di alcune figure dei suoi re poeti, mecenati e guerrieri (v. lakhmidi). La religione prevalente era la cristiana nestoriana (e si ha ricordo di vescovi e conventi). al-Ḥīrah, che i Persiani avevano finito per governare direttamente, fu conquistata nel 12 èg. (633 d. C.) dai musulmani di Khālid ibn al-Walīd, e da allora, perduta la sua peculiare funzione, decadde a vantaggio della vicina al-Kūfah. Oggi è quasi completamente sparita, per quanto le rovine siano state riconosciute.
Bibl.: G. Rothstein, Die Dynastie der Lakhmiden von al-Hīrah, Berlino 1899; B. Meissner, Von Babylon nach den Ruinen von Ḥīra und Éwarnak, in Sendschreiben der deutschen Orient-Gesellschaft, 1901.