al-BĀRŪN II
. Antica famiglia berbera del Gebel Nefūsa, con diramazioni a Giādo e a Kābāo. Uno dei suoi componenti, lo shēkh ‛Abd Allāh el-Bārūnī, di cui è ancora vivo il ricordo nel Gebel, fu dotto teologo e giurista ibāḍita, ed insegnò nella zauia di el-Bekhābkha, nei pressi di Jefren, che era centro di cultura ibāḍita in contrapposto alla zauia sunnita Bū Madi nei pressi di Kikla. Più noto in occidente è il figlio del predetto, lo shēkh Suleimān al-Bārūni, senatore ottomano, che ebbe parte nelle vicende politiche e militari della Tripolitania dopo l'occupazione italiana. Ceduta questa regione all'Italia col trattato di Ouchy nel 1912 e posto fine alla resistenza turca, lo shēkh Suleimān capitanò la resistenza di una parte delle popolazioni indigene, finché fu sconfitto dal generale Lequio nella battaglia di el-Asába‛a, nel 1913, battaglia che disorganizzò completamente quella resistenza e aprì tutto l'altipiano alla conquista italiana. Lo shēh abbandonò precipitosamente la Tripolitania e riparò in Tunisia, ove rimase per qualche tempo. Fece quindi atto di sottomissione al governo e tornò nella Tripolitania, che, più tardi, inimicatosi nuovamente con l'autorità italiana, abbandonò, recandosi in Oriente, ove vive da varî anni prendendo parte alle vicende politiche della Siria, dell'Arabia, ecc. Egli è noto anche come studioso di cose ibāḍite ed è autore di una opera storica sugli Ibāḍīti, intitolata Kitāb al-azhār ar-riyāḍiyyah fī a'immah wa-mulūk al-ibāḍiyyah, di cui è pubblicata solo la seconda parte (Cairo 1906-07).