al-AKHṬAL
AL Soprannome ("dalle orecchie lunghe, pendenti") di Ghiyāth ibn Ghawth ibn aṣ-Ṣalt, uno dei più grandi poeti arabi, cristiano beduino della tribù dei Taghlib. Nativo di al-Hīrah, nella Babilonide, o, secondo altri, nel deserto di Siria, visse alla corte degli Omayyadi, di cui cantò le imprese. Celebri sono rimaste le sue tenzoni poetiche, intessute di scambievoli ingiurie, coi maggiori tra i poeti suoi contemporanei, specialmente con Giarīr (v.). Il suo dīwān (canzoniere) è stato pubblicato dal p. Ṣālḥānī (Beirut 1891-1925), le sue tenzoni (naqā'iḍ) con Giarīr dallo stesso (Beirut 1922). Morì in età avanzata nel 93 èg. (710 d. C.; v. arabi: Letteratura).
Bibl.: H. Lammens, Le chantre des Omiades: notes biographiques et littéraires sur le poéte arabe Aéṭal in Journal asiatique, Parigi 1895; id., Un poète royal à la cour de Damas, in Revue de l'Orient Chrétien, 1904.