AJMER-MERWĀRA (A. T., 93-94)
RA Due distretti che formano una provincia o commissariato del Rajputana, nell'India inglese. Il nome del capoluogo Ajmer (v.) deriva dal fondatore Ragià Aia, mentre Merwāra deriva dal sanscrito meru "collina". Superficie: kmq. 7.032; popolazione totale: 501.395 (1911); 495.271 (1921).
Il distretto di Merwāra è quasi tutto compreso fra i monti Aravālli (v.): quello di Ajmer, pianeggiante, raggiunge nella città omonima il punto più alto nella pianura dell'Indostan. Il suolo, formato principalmente da rocce gneissiche e scistose, calcari metamorfizzati, quarziti e micascisti (serie di Aravālli), fornisce piombo, rame, ferro, in quantità non più rimunerative; in varî punti, mica e amianto e marmi colorati.
Il clima è quello dei monsoni, influenzato dall'azione degli Aravālli che accrescono le quantità delle precipitazioni. Le messi autunnali sono seminate in luglio e maturano in ottobre o novembre; quelle primaverili (marzo-aprile) si seminano in ottobre. Nella flora è caratteristica la vegetazione arbustosa, dalla quale emergono alberi quali i Ficus, i Melia, i Bombax. Tra le frutta è abbondante il melograno.
Principale selvaggina: la tigre, la iena, l'orso, il maiale selvatico (Sus cristatus), l'antilope cervicapra, le gazzelle, il cervo unicolore, il nilgai, l'ottarda, la pernice, gli uccelli di palude durante le piogge, rapaci e passeracei in quantità. Ricca fauna di insetti.
Nel 1193 Muḥammad al-Ghūrī con un esercito di Afghāni sconfisse Prithwī Rāj, nipote di Visaldev, e, installatosi a Delhi, vi annetteva il territorio di Ajmer. Dal 1470 al 1531 questo fu annesso al dominio maomettano di Mālwā, ma subito dopo passò al Gugerat. L'imperatore Aurangzeb vinse il fratello Dārā nel marzo del 1659 presso Ajmer. Nel 1721 Ajīt Singh, figlio del Raja Jaswant Singh di Mārwār, incoraggiato dalla decadenza del Mogol, uccise il governatore imperiale e si assise sul trono di Ajmer-Merwāra. Dopo altre vicende più o meno sanguinose, il 25 giugno 1818 il distretto passò sotto gl'Inglesi in seguito ad un trattato. Quattro sono le città principali: Ajmer, Naṣīrābād (22.500 ab.), Beāwar (22.000), Kekri (7.100). Durante la carestia del 1899-1900 si verificò una grande mortalità, specie infantile. La popolazione è comunemente industriosa e calma, ma nei periodi di carestia i Mer del Merwara e i Mina dell'Ajmer ritornano in parte quei famosi predoni che erano un tempo.
Le religioni professate sono, in ordine decrescente d'importanza: indù, maomettana, jaina, cristiana e altre, ma gli indù formano l'80′%, cosicché, essendo essi vegetariani, ne consegue un grande sviluppo dell'agricoltura; sono coltivati soprattutto il mais, il miglio, l'orzo, il cotone, piante a semi oleosi, il frumento, piante tessili, droghe, la canna da zucchero, il papavero, le frutta e gli ortaggi presso le città.
Né l'industria, né il commercio hanno grande sviluppo. I trasporti interni sono fatti ancora a dorso di dromedario o con carri tirati da buoi; per l'esterno serve la ferrovia.