aizzapopolo
s. m. e f. e agg. Chi o che istiga, sobilla le masse popolari.
• La protesta in genere ha due volti: c’è la faccia della strumentalizzazione, con le cassandre dell’opposizione pronte a trasformarsi in aizzapopolo per tornaconto. E il volto della paura. È allora che ci si attacca stretti a ciò che si ha, perdendo di vista il futuro. (G. M. Col., Tempo, 2 ottobre 2010, Cronaca di Roma, p. 5) • [Werner] Fayman ha altresì rilevato come l’opera della defunta presidente del Parlamento [Barbara Prammer] fosse fortemente indirizzata contro i discorsi ostili e aizzapopolo, era impegnata a contrastare ogni forma di razzismo e l’antisemitismo ma ancor di più si era impegnata a far ricordare, in primis tra le giovani generazioni, i crimini che sono stati commessi dal nazifascismo. (M[auro] Man[zin], Piccolo, 4 agosto 2014, p. 9, Attualità).
- Composto dal v. tr. aizzare e dal s. m. popolo.
- Già attestato nell’Unità del 14 dicembre 1987, p. 15, Sport (Gianni Cerasuolo).