KALLAS, Aino
Scrittrice finlandese, nata il 2 settembre 1878 a Viipuri (Viborg). Appartiene a una famiglia altamente benemerita della scienza e della letteratura nazionale: dal padre Julius Krohn (v.), ai fratelli Kaarle e Ilmari, illustratore della musica popolare, alla sorella Helmi (attivissima scrittrice e lodata traduttrice). Con lo pseudonimo di Aino Suonio esordì, con due volumi d'intonazione romantica, Laulujaja balladeja (Canti e ballate, 1897) e Kuloa ja kevättä (Siccità e primavera, novelle, 1899). Dopo il matrimonio (1900) con Oskar Kallas, folklorista estone, soggiornò a lungo nella patria d'adozione, interessandosi delle sue antiche leggende e delle cronache medievali.
A. K. predilige il racconto breve, la novella di poche pagine, dai contorni netti, dal rapido svolgimento. Nacquero così le raccolte Merentakana (Dall'altra sponda, voll. 2, 1903-05), e Lähtevien laivojen kaupunki (La città delle navi partenti, 1913); Musta Raita (La striscia nera, 1919) e Vieras vieri (Sangue straniero, 1921). I migliori fra questi racconti accennano già alla via nella quale A. K. ha ottenuto i suoi maggiori successi: soprattutto quella specie di stupenda trilogia di amore, dolore e morte, formata da tre romanzi indipendenti, scritti in una lingua arcaicizzante, quasi in un'atmosfera di sogno penoso che non esclude l'immediatezza e vivacità della vita vissuta: Barbara von Tisenhusen (1923), Reigin Pappi (Il Pastore di Reigi, 1926) e Suden Morsian (La sposa del lupo, 1928). Pieno di cupa tragicità è pure il racconto Imant ja hänen äitinsä (I. e sua madre, 1930) e interessante per lo sfondo f0lkloristico Pyhän joen kosto (La vendetta del fiume sacro, 1930).
Bibl.: In estone e in finnico: G. Suits, A. K. novellikirjanikuna ja luuletajana (A. K. come novelliera e poetessa); in Noor-Eesti, 1910. n. 1; F. Tuglas, A. K., in Eesti biografine lexikon, 1927; R. Koskimies, A. Kallaksen virolaiset novellit (Le novelle estoni di A. K., 1927). - Uno dei più bei racconti, Yksi kaikkien edestä (Uno per tutti) si può leggere nel Quaderno finnico (I nostri quaderni, Lanciano, genn.-febbr. 1927, pp. 23-29), trad. da P. Faggioli.