‛AIN
Vocabolo arabo che significa "occhio" e "sorgente". Nel primo senso entra come componente di alcuni nomi onorifici (laqab) di persona usati in Persia: ‛Ain ud-Dawlah "l'occhio della dinastia" (o "dello stato"), ‛Ain ul-Mulk "l'occhio della monarchia". Nell'altro significato di sorgente entra come primo membro nelle composizioni di molti nomi di località in tutti i paesi di lingua araba; il secondo membro del composto può essere un antico nome arabo del luogo stesso (p. es. ‛Ain Zārah, poco a ESE. di Tripoli di Barberia), oppure un nome comune indicante qualche particolarità del terreno o della flora, ecc., oppure un nome personale di proprietario, di santo, ecc. In qualche caso si tratta di falsa etimologia popolare, p. es. Ain Zarbah per l'antica Anazarba nella Cilicia di SE. (Asia Minore) ed ‛Aintāb, in territorio turco a nord di Aleppo. Nei dialetti arabi del Marocco e del Sahara occidentale il vocabolo è anche pronunziato ‛īn, quindi il nome della famosa oasi di Insalah, cioè ‛Īn Ṣālaḥ, pronunzia dialettale per ‛Ain Sālih "la sorgente di Ṣāliḥ" (che è nome di persona). Il plurale è ‛uyūn (dialettalmente anche ‛ayūn), p. es. le famose 'Ayūn Mūsà "sorgenti di Mosè" nella penisola del Sinai, dirimpetto a Suez.
Non raro nella toponomastica dei paesi di lingua araba è anche il diminutivo di questo vocabolo, adoperato isolatamente con l'articolo: in arabo letterario e nei dialetti orientali al-‛Uyainah, o, meno correttamente, al-‛Ayainah (p. es., nel Neǵd, la patria del fondatore del movimento dei Wahhābiti), e nei dialetti occidentali (maghrebini) al-‛Aweinah od al-‛Awēnah od al-‛Awīnah. Così pure ricorre come nome di luoghi dell'Africa settentrionale il plurale al-‛Aweināt "le piccole sorgenti".