AILUROPO (dal gr. αἴλουρος "gatto" e πούς "piede"; lat. scient. Ailuropus 1871, corretto da Ailuropoda, A. Milne Edwards, 1870; fr. ours du père David; sp. elurópodo; ted. Bambusbär; ingl. giant panda)
Carnivoro; genere unico della famiglia degli Ailuropodidae (Pocock 1921), intermedia fra i veri orsi e gli ailuri. Piedi di tipo orsino, ma con le suole, specialmente dei posteriori, assai più pelose; andatura semiplantigrada. Coda brevissima. Cranio corto con muso breve, arcate zigomatiche lunghe e larghe, cresta sagittale alta; palato breve non oltrepassante il livello posteriore dell'ultimo molare; manca il canale alisfenoideo alla base del processo pterigoideo; meato uditivo esterno breve; mandibola, robustissima con l'ultimo molare celato lateralmente dal ramo ascendente della mandibola, che è ampio e molto alto nella sua porzione coronoidea; condilo mandibolare e relativa fossa glenoidea molto larghi. Formula dentaria
premolari e molari sviluppatissimi e complicati, coll'eccezione del primo premolare, minuto nella mascella, assente nella mandibola; le dimensioni dei premolari e molari superiori aumentano dall'anteriore al posteriore. Specie unica l'Ailuropo (Ailuropus melanoleucus A. Milne Edwards) di complessione orsina; lungo poco più di 1 metro, rivestito di pelo fitto, lungo, ruvido, bianco giallastro ovunque, fuorché intorno agli occhi, sulle orecchie, sugli arti anteriori, su una larga bretella tra arto anteriore destro e sinistro, sugli arti posteriori e sulla punta della coda, ove è nero. Vive sugli alti monti del Tibet orientale, Yün-nan, Szechwan, Kuku-nor, nelle fittissime giungle di bambù scoperte o coperte di bosco, attraverso le quali pratica delle gallerie. Si nutre di getti e arbusti di bambù; non cade in letargo invernale ininterrotto.
Bibl.: . Milne Edwards, Recherches sur les Mammifères, 1875, p. 321, tavv. L-LVI; E. Lankaster, in Trans. Linn. Soc., VIII (1901), pp. 163-172, tavv. XVIII-XX; Pocock, in Proc. Zool. Soc., Londra 1921, pp. 389-422; Weigold in Abhandl. Berh. Museen Tierk. Völkerk., XVI (1923-24), p. 72.