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AIDS

di Gabriella d'Ettorre - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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AIDS

Gabriella d'Ettorre

Quando il sistema immunitario è distrutto da un virus

L'AIDS è una malattia infettiva grave che colpisce il sistema immunitario. AIDS è la sigla dell'inglese acquired immune deficiency syndrome, che significa "sindrome da immunodeficienza acquisita". La malattia è causata dal virus dell'HIV, responsabile della distruzione lenta e progressiva del sistema immunitario. Quando il sistema immunitario è compromesso a un livello tale da non consentire più una difesa ottimale dell'organismo, possono verificarsi numerose malattie e infezioni, che, se non sono curate subite, causano la morte della persona

Storia della malattia

La scoperta del virus dell'HIV risale al 1981, quando negli Stati Uniti alcune persone, apparentemente sane, si ammalarono e morirono di una polmonite (infiammazione del polmone) causata da un agente infettivo chiamato Pneumocystis carinii. Molti medici si chiesero perché quegli individui si fossero ammalati di questa strana polmonite che di solito colpisce persone con un sistema immunitario in parte distrutto (per esempio, malati con tumori, oppure trattati con particolari farmaci molto potenti, o sottoposti a trapianto di organo). Studiando questi malati si osservò che tutti avevano un sistema immunitario molto indebolito, cioè presentavano una immunodeficienza, con un basso numero di linfociti T-CD4 (i linfociti CD4 sono cellule del sangue necessarie per difenderci dai microrganismi). Pertanto la loro malattia fu definita con un nome lungo e complicato: sindrome da immunodeficienza acquisita.

Dopo numerose ricerche, nel 1983, Luc Montagnier (Francia) ha scoperto un virus che poteva essere responsabile dell'AIDS; nello stesso anno Robert Gallo (USA) ha isolato dal sangue di alcuni malati di AIDS questo virus, cui è stato dato il nome di human immunodeficiency virus (HIV), che significa virus dell'immunodeficienza umana. Solo da questo momento in poi è stato possibile affermare che l'AIDS è causato da un virus appartenente ai retrovirus.

Inizialmente diffuso prevalentemente nella comunità omosessuale e tra i tossicodipendenti che fanno uso di siringhe, a distanza di venti anni dalla sua scoperta l'AIDS risulta presente in tutto il mondo; tuttavia il maggior numero di malati si registra nei paesi più poveri, come quelli dell'Africa subsahariana. In questa zona geografica si calcola che, nel 2004, più di 25,4 milioni di persone vivano con la malattia, ma a causa dell'alto costo dei farmaci viene curata solo una bassissima percentuale. In tutto il mondo si stima che ci siano circa 39 milioni di persone con l'infezione da HIV, di cui circa 2,1 milioni sono bambini.

Come ci si infetta e come si può evitare il contagio

Come ci si infetta? La trasmissione del virus avviene attraverso il sangue, oppure per via sessuale (attraverso lo sperma), o infine durante la gravidanza, il parto e l'allattamento al seno. Quindi il virus dell'HIV non si trasmette per via aerea, cioè con il respiro, né con la saliva; non si trasmette neppure toccando una persona che ha l'infezione.

Non è possibile stabilire con precisione qual è la probabilità di ammalarsi dopo rapporti a rischio. Ci sono infatti individui che non si contagiano dopo numerosi rapporti, mentre altri si sono infettati dopo un solo rapporto sessuale. Tuttavia si può affermare con certezza che esistono condizioni che aumentano il rischio di infettarsi.

È opportuno conoscere bene il proprio partner prima di avere rapporti sessuali, anche se il partner potrebbe anche non sapere di essere stato contagiato; ma soprattutto bisogna ricordare che utilizzare il profilattico (preservativo) significa proteggersi da ogni possibilità di contagio.

Le fasi della malattia

L'infezione da HIV si sviluppa attraverso diverse fasi delle malattia.

L'infezione acuta. Si riscontra nel 50÷70% dei casi e compare in genere 4÷6 settimane dopo il contagio con il virus, quando questo inizia a moltiplicarsi e a invadere le diverse cellule. Il malato può presentare numerosi disturbi fisici, quali: febbre con picchi sino a 39 °C, stanchezza intensa, eruzioni cutanee (comparsa sul corpo di chiazze rosse), ingrossamento delle linfoghiandole e tanti altri sintomi. Generalmente questa fase della malattia si conclude nel giro di 1÷2 settimane e può essere confusa con una banale influenza.

L'infezione asintomatica (cioè priva di sintomi). Dura alcuni anni; la persona infettata non ha alcun tipo di disturbo fisico e gode di uno stato di relativo benessere. Il sistema immunitario subisce un processo di lenta distruzione; i linfociti T-CD4 iniziano a diminuire lentamente pur rimanendo sempre superiori a 500/μl e inoltre le linfoghiandole possono rimanere ingrossate per lungo tempo.

Il complesso AIDS-correlato. È caratterizzato da un lento ma progressivo deterioramento del sistema immunitario. I linfociti T-CD4 sono calati in numero e sono compresi tra 499 e 200/μl. Durante questa fase della malattia si verificano infezioni non molto gravi, quali: Herpes zoster (vescicole diffuse su una parte del corpo), candidosi orale (chiazze bianche presenti nel cavo orale oppure a livello degli organi genitali), diarree e febbri frequenti.

AIDS conclamato. La continua distruzione del sistema immunitario, sino ad arrivare a un numero di CD4 inferiore a 200/μl, determina la comparsa di gravi infezioni e dunque dello stato di AIDS conclamato. Tra le infezioni che si possono verificare ricordiamo la polmonite, le infezioni al cervello, quelle della bocca e inoltre alcuni tumori.

Diagnosi

È sufficiente effettuare un semplice prelievo di sangue per individuare gli anticorpi specifici del virus. Gli individui nel cui sangue è presente il virus dell'HIV sono detti sieropositivi. Gli anticorpi però compaiono solo dopo un periodo tra due e sei mesi dal contagio e rimangono nel sangue per tutta la vita. Esiste quindi un periodo detto finestra, che va dal momento del contagio alla comparsa degli anticorpi, durante il quale il virus è presente, ma il test risulta ancora negativo. In questo 'periodo finestra' l'individuo può inconsapevolmente infettare altre persone se non utilizza le precauzioni precedentemente indicate.

Cura

Sino al 1995 l'infezione da HIV era definita acuta e evoluzione fatale, cioè il malato era destinato a morire in poco tempo. I farmaci a disposizione erano infatti solo due o tre e in molti casi risultavano inefficaci. La ricerca scientifica ha portato all'individuazione di sempre nuovi farmaci, potenti ed efficaci. Questi sono in grado di bloccare la moltiplicazione del virus, ma non di eliminarlo e quindi hanno trasformato l'infezione da HIV da acuta a cronica. La cura per combattere il virus è detta highly active antiretroviral therapy (HAART), ossia "terapia antiretrovirale molto potente"; essa consiste nell'assunzione contemporanea di più tipi di farmaci che attaccano il virus da più punti. Perché la cura sia efficace, essa deve essere seguita meticolosamente.

Purtroppo questa cura è molto costosa e molti paesi poveri, che sono anche quelli in cui la malattia è più diffusa, non sono in grado di sostenerne i costi. D'altronde, fino a che in questi paesi la malattia non verrà arginata e curata, essa continuerà a diffondersi sempre di più. Per queste ragioni c'è attualmente una forte pressione sulle industrie che producono le medicine anti-AIDS perché i prezzi vengano drasticamente ridotti.

Molti studi e ricerche sono diretti alla scoperta di un vaccino terapeutico, che elimini il virus dal sangue di chi è già infettato, e di un vaccino preventivo che impedisca il contagio; ma si incontrano molte difficoltà dovute al fatto che il virus muta molto facilmente, cioè si trasforma adattandosi alle nuove condizioni.

Quali sono le condizioni che facilitano il contagio?

Fattori legati al comportamento: l'uso di siringhe in comune con altri, oppure di oggetti che tagliano o pungono, come aghi, rasoi, forbicine; il ricorso ad agopuntura, mesoterapia, tatuaggi e piercing nel caso in cui gli aghi utilizzati non siano monouso (si usano cioè una sola volta e poi si gettano) o non siano stati sterilizzati; la frequentazione di numerosi partner occasionali; la presenza di lesioni a livello degli organi genitali (queste, infatti, sono una diretta via di ingresso del virus, durante un rapporto sessuale senza preservativo).

Fattori legati al grado di infettività del soggetto malato: le maggiori probabilità di trasmessione si hanno quando i pazienti infetti da HIV non seguono la terapia, perché nel loro sangue o nelle secrezioni genitali è presente un virus con una maggiore carica virale.

Vedi anche
HIV Sigla di human immunodeficiency virus, retrovirus dotato dell’enzima trascrittasi inversa che consente la trascrizione di RNA a DNA. È stato identificato agli inizi degli anni 1980 nei laboratori di L. Montagnier (Francia) e R. Gallo (USA). Sono noti i due virus HIV-1 e HIV-2, con diversa distribuzione ... virus biologia e medicina Gruppo di organismi di natura non cellulare e di dimensioni submicroscopiche costituiti da un acido nucleico rivestito da un involucro proteico (capside) incapaci di una sintesi proteica autonoma e perciò caratterizzati dalla vita parassitaria endocellulare obbligata; sono agenti ... tossicodipendenza Condizione caratterizzata dall’incoercibile bisogno di far uso continuato di sostanze psicotrope in senso lato, senza alcun riguardo per il danno che ne deriva. A seconda che si faccia uso abitualmente di una sola droga o di più droghe, si parla rispettivamente di monotossicodipendenza e di politossicodipendenza. ... vaccino Preparazione rivolta a indurre la produzione di anticorpi protettivi da parte dell’organismo, conferendo una resistenza specifica nei confronti di una determinata malattia infettiva (virale, batterica, protozoaria). In origine, il termine designava il vaiolo dei bovini (o vaiolo vaccino) e il pus ricavato ...
Indice
  • 1 Storia della malattia
  • 2 Come ci si infetta e come si può evitare il contagio
  • 3 Le fasi della malattia
  • 4 Diagnosi
  • 5 Cura
  • 6 Quali sono le condizioni che facilitano il contagio?
Categorie
  • PATOLOGIA in Medicina
Tag
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Vocabolario
AIDS
AIDS ‹àids o aiddi-èsse; all’ingl. ä′ids› (non com. Aids) s. m. – Sigla dell’ingl. Acquired Immuno-Deficiency Syndrome, con la quale viene internazionalmente indicata la sindrome da immunodeficienza acquisita (v. immunodeficienza).
SIDA
SIDA s. f. – Sigla di Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, di raro uso in Italia per l’affermazione della sigla internazionale ingl. AIDS (v.). te. ◆ È invece in uso in Francia come s. m. (pron. 〈sidà〉), sigla di Syndrome Immuno-Déficitaire...
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