Scrittore ivoriano di lingua francese (Boundiali 1927 - Lione 2003). Nato in una famiglia di commercianti malinke, studiò all'École technique supérieure di Bamako, da cui fu espulso nel 1945 per ragioni politiche. Tornato nella Costa d'Avorio indipendente nel 1961, dopo il 1963 si esiliò in Algeria (fino al 1969), quindi in Francia, per poi stabilirsi in Camerun (1974-84) e in Togo (1984-94). Il suo Les soleils des indépendances (1968), apparso prima in Canada e poi in Francia, ha segnato una svolta nel romanzo africano. In un francese contaminato dalla lingua malinke, K. denuncia, attraverso la storia del principe Fama e di Salimata, sua sposa, la corruzione della nuova classe politica e la condizione di esclusione della donna. È stato autore anche di un'opera teatrale, Tougantigui ou le Diseur de Vérité (1972), censurata dopo le prime rappresentazioni. K. ha affrontato con taglio satirico diverse questioni politiche africane, focalizzando la sua attenzione, in particolare, sul periodo postcoloniale. Si ricordano, tra gli altri, i romanzi En attendant le vote des bêtes sauvages (1998) e il suo capolavoro Allah n'est pas obligé (2000; per il quale ha ricevuto, nello stesso anno, il premio Renaudot), in cui ha descritto l'epopea tragicomica di un bambino soldato.