YÁÑEZ, Agustín
Scrittore messicano, nato a Guadalajara il 4 maggio 1904, morto a Città di Messico il 17 gennaio 1980. Avvocato, politico e professore universitario, è stato governatore dello stato di Jalisco (1953-69), sottosegretario alla presidenza della Repubblica (1962-64) e ministro della Pubblica Istruzione (1964-70). Nel 1930 pubblicò sulla rivista Campo la sua prima opera narrativa, Baralipton; un anno prima aveva fondato insieme ad altri giovani intellettuali la rivista Bandera de provincias.
L'universo narrativo che avrebbe definito la maggior parte della sua produzione, costituito fondamentalmente dal mondo provinciale, è già presente in Genio y figuras de Guadalajara (1941), Flor de juegos antiguos (1941), Archipiélago de mujeres (1943) e Al filo del agua (1947). In queste opere Y. rielabora artisticamente le modeste storie della vita quotidiana di provincia; i suoi personaggi, semplici solo apparentemente, utilizzano un lessico regionale rimanipolato letterariamente. In particolare, Al filo del agua è caratterizzato da uno stile di racconto che esprime l'atmosfera cupa e opprimente propria della vita statica e senza possibilità di miglioramento di un piccolo paese messicano. Abbandonata tale tematica, Y. analizza la vita della capitale − meta dei giovani di provincia alla ricerca di avvenire − in due successivi romanzi: La creación (1959) e Ojerosa y pintada (1960). Nel primo, strutturato secondo lo schema di una sinfonia in quattro parti, il tema centrale ruota intorno alle possibilità di una creatività artistica autonoma incarnate nella figura del protagonista, Gabriel, un compositore, appunto, alla ricerca di forme di espressione nazionali. Lo scontro di valori che oppongono la città alla campagna permea l'intera opera di Y., raggiungendo il culmine in La tierra pródiga (1960) e in Las tierras flacas (1964). Nei due romanzi prende corpo l'intenzione dichiarata dello stesso autore di creare, con la propria narrativa, un grande affresco del Messico. In entrambi, la barbarie e la civiltà lottano nel tentativo d'imporsi vicendevolmente; in quella lotta i personaggi, vittime a turno di uno o dell'altro fronte, soccombono o vincono, restando però, in ogni caso, relegati in un mondo marginale. Dei due romanzi, il primo si svolge attraverso la metafora della Conquista, in cui i conquistatori impongono la civiltà; il secondo riprende il tema drammatico dell'isolamento, spaziale e umano, in cui vivono i contadini messicani. Y. è anche autore di una biografia su Bartolomé de las Casas (1942).
Bibl.: E. Carballo, Agustín Yáñez, Homenaje a Agustín Yáñez, a cura di H.F. Giacoman, Cuba 1969; C. Monsiváis, Notas sobre la cultura mexicana en el siglo XX, in Historia general de México, Città di Messico 1981.