ROJAS VILLANDRANDO, Agustín
Scrittore e attore spagnolo, nato a Madrid circa nel 1572, morto dopo il 1618 probabilmente a Paredes de Nava. Dal padre, Diego de Villadiego, che era "receptor" del re, e dalla madre Luisa de Rojas, anch'essa di famiglia nobile, il R. V. ebbe - com'egli stesso riconobbe - "agiatezza, buona educazione e cultura", che gli avrebbero permesso di fare il pacifico e dignitoso letterato di corte, se il suo spirito irrequieto non l'avesse gettato all'avventura, con un ritmo cosi impensato e precipitoso da tramutare tutta la sua vita in un vero e proprio romanzo picaresco. Appena quattordicenne, con il capo pieno di letteratura eroica, fuggiva dalla casa paterna arruolandosi nelle milizie: combatté in Francia, fu prigioniero alla Rochelle, corse i mari contro gl'Inglesi, conobbe le principali città d'Italia, senza trovare un ambiente o un'esperienza che lo fermassero. Di ritorno in Spagna, si accomodò come scrivano a Granata; passato a Málaga, il suo temperamento impulsivo lo trascinò a un delitto, sicché dovette nascondersi e accettare il riscatto di un'ignota, con cui il R. visse qualche tempo, sostenendosi di elemosine, di piccoli furti, d'ogni sorta di espedienti, finanche scrivendo dei sermoni per alcuni frati: fu chiamato ironicamente il "cavaliere del miracolo", ignorandosi di che viveva. Fece parte per qualche anno di compagnie teatrali, dove si accomodava a fare le parti comiche, specie con la compagnia di Ríos. E appunto da questa esperienza teatrale, inquieta e spregiudicata, è suggerito il suo Viaje entretenido (Madrid 1603), in cui sono anche raccolte una quarantina di loas in prosa e in verso, ch'egli aveva composte durante il suo vagabondaggio. Staccatosi dai suoi compagni, lo troviamo nel 1610 come "scrivano reale" a Zamora, e nel 1618 a Paredes de Nava, sempre con la stessa carica.
Il Viaje entretenido, in forma di dialogo che si svolge tra l'autore e i suoi compagni comici (Ramírez, Solano e Nicolás de los Ríos), ha importanza non solo per il tono stilistico, che traduce la spigliatezza psicologica dello scrittore, ma anche per le notizie aneddotiche e i riferimenti alla vita teatrale e ai costumi contemporanei. Le loas che vi sono inserite, brevi composizioni che aprivano lo spettacolo e fatte in "lode"del paese e a celebrazione degli avvenimenti o solennità del momento, sono tra le più felici per scioltezza e per grazia. Il R. compose anche El buen repúblico (Salamanca 1611), intorno alla vita amministrativa, proibito dall'Inquisizione e che il Quevedo lesse con interesse. Si è anche conservata del R. una commedia, El natural desdichado, assai mediocre, ma con una scena cbe anticipa il motivo della "vita è sogno" di Calderón.
Ediz. e bibl.: El Viaje entretenido, a cura di A. Bonilla y Sanh Martín, nel vol. IV degli Orígenes de la novela di M. Menéndez y Pelayo (Madrid 1915), con uno studio introduttivo; El natural desdichado a cura di A. Paz y Melia, in Revista de Archivos, ecc., V (1901); le loas nella Nueva Bibl. de autores esp., XVIII, a cura di E. Cotarelo y Mori. Inoltre cfr.: G. Cirot, Valeur littéraire du "Viaje", in Bul. hisp., XXV; J. A. Meredith, Introito and Loa in the Spanish Drama of the Sixteenth Century, Filadelfia 1928.