DURÁN, Agustín
Letterato spagnolo, nato a Madrid il 14 ottobre 1793 e morto ivi il 1° dicembre 1862. Compì gli studî di giurisprudenza all'università di Siviglia; ma alla scuola di Lista e di Quintana si formò una cultura di carattere letterario, che affinò per tutta la vita, sia dirigendo l'insegnamento pubblico a Valladolid (1821), sia come bibliotecario della Nazionale di Madrid. La sua opera (Discurso sobre el influjo de la crítica moderna en la decadencia del antiguo teatro español, 1828) introduce con chiara consapevolezza e con acuta sensibilità la critica romantica nello studio della letteratura spagnola. Partendo dal concetto del teatro che sorge dalle profonde e sempre originali esigenze della vita nazionale, il D. contrappone l'arte schietta e nuova del dramma spagnolo a quella del teatro classico. Attraverso la storia letteraria è ricostruita l'anima della Spagna, che iniziando le sue origini dal Romancero, dall'epica, dalla poesia religiosa, si afferma vigorosamente nel teatro di Calderón e di Lope. La tesi fu feconda e non fu poi dimenticata, tanto che dopo le rettifiche del Menéndez y Pelayo e del Menéndez-Pidal ritorna recentemente nel Cejador e nel Foulché-Delbosc. Sorretto da questi presupposti il D. venne pubblicando e valutando quella parte letteraria che rispondeva ai suoi interessi critici: Colección de romances anteriores al siglo XVIII (1828-1832, in 5 voll.; e in seguito nei voll. X e XVI della Bibl. de Aut. Esp., 1849-51), Sainetes de R. de la Cruz (1843), Talía española (1843), ecc.; La poesía popular, Juicio de Lope, El drama novelesco. Nei metri e nel linguaggio del romance compose alcune sue Leyendas originali.