agurare
Nel senso storico di " trarre l'augurio, l'auspicio ", e per estensione di " pronosticare ", il verbo è usato una volta sola, in Pd XVIII 102 Poi, come nel percuoter d'i ciocchi arsi / surgono innumerabili faville, / onde li stolti sogliono agurarsi, cioè " trarre auguri o presagi per il loro futuro " (Scartazzini-Vandelli), con riferimento a una nota superstizione popolare, ancor oggi viva in alcune regioni d'Italia, così illustrata da Benvenuto: " Est... de more in partibus Italiae, quod pueri stantes in hyeme de sero iuxta ignem percutientes stipitem augurantur sibi dicentes: Tot civitates, tot castella, tot agnelli, tot porcelli. Et ita transeunt tempus ".