RUFFINI, Agostino
Patriota e letterato, nato a Genova il 17 febbraio 1812, morto a Taggia il 3 gennaio 1855. Come gli altri fratelli, fece a Taggia i primi studî sotto la guida dello zio Carlo Ruffini (lo zio canonico del Lorenzo Benoni) e, tornato a Genova (1824), frequentò il collegio dei somaschi, uscendone nel 1830 e nell'ottobre dello stesso anno si immatricolò all'università, seguendo i corsi di giurisprudenza. Conobbe allora il Mazzini e con lui e con altri giovani fu partecipe di quelle lotte tra romantici e classici, che facilmente si conclusero in lotte politiche. Amante degli studî letterarî, scrisse in quegli anni poesie d'occasione (epitalamî, novelle romantiche in versi, ecc.). Come i fratelli Iacopo (v.) e Giovanni (v.), si ascrisse alla carboneria, e dopo l'arresto del Mazzini e l'avviamento di lui all'esilio, fu sorvegliato dalla polizia. Ciononostante si affiliò alla Giovine Italia (col nome di Ettore Carafa). Quando il fratello Iacopo fu arrestato (13-14 maggio 1833), e l'altro fratello Giovanni riuscì a fuggire, Agostino, non sentendosi sicuro in Genova, specialmente dopo il suicidio di Iacopo, insieme con la madre si poté imbarcare per Marsiglia, e di là, unitosi al Mazzini, andò a Ginevra, dove fu raggiunto da Giovanni. Partecipò alla spedizione in Savoia (febbraio 1834), e col Mazzini e Giovanni trascorse tre anni di vita tristissima, rifugiandosi in più luoghi della Svizzera, a eccezione di una dimora a Parigi (ottobre 1834-luglio 1835), dove si occupò di studî letterarî, traducendo dal De Vigny e da Victor Hugo, col quale ultimo fu in relazione. Ai primi di gennaio del 1837 i tre amici furono costretti a rifugiarsi a Londra. Già da allora il sodalizio dei fratelli R. col Mazzini s'andava estinguendo; ad aggravare il dissidio avevano contribuito le difficili condizioni finanziarie, e nei riguardi di Agostino una cupa ipocondria. Il 5 aprile 1840 egli fu il primo a dividersi dal Mazzini, accettando l'invito di un altro esule (il Giglioli) che gli offrì di succedergli nell'insegnamento privato a Edimburgo; e colà trascorse anni di relativa tranquillità, libero da preoccupazioni finanziarie e stimato dalla migliore società scozzese. L'anno dopo raggiunse il fratello a Parigi, e con lui proseguì per Montpellier, dove per due mesi visse con la madre. Tornato a Edimburgo, vi rimase fino al 1848, e nel giugno, dopo un quindicennale esilio, rientrò in Genova.
Eletto deputato alla prima legislatura del parlamento subalpino, non fu rieletto nelle successive; nominato provveditore agli studî in Genova, nel 1851 si ritirò a Taggia, dove trascorse gli ultimi anni di vita tormentato da dolorosa malattia.
Bibl.: M.R. Bornate, La giovinezza e l'esilio di A. R., in Rass. stor. del Risorg. ital., 1922.