MEDEBACH, Agostino Raimondo Girolamo (Metembach, detto)
Attore, nato a Roma circa il 1706, morto verso il 1796. Accolto in una compagnia d'istrioni, vi apprese il mestiere del comico. Nel 1739, a Venezia, si fece accettare nella compagnia dei ballerini da corda e commedianti di Gasparo Raffi, che gli affidò la messinscena delle commedie e che gli accordò poi la mano della figlia Teodora. Il nucleo dei commedianti progredì in modo da poter passare ai maggiori teatri e abbandonare la danza. Nel 1748 a Livorno s'incontrò con il Goldoni, di cui recitò Sior Tonin Bonagrazia e La Vedova scaltra, e con lui strinse un contratto per assumerlo come "poeta comico" con l'obbligo di scrivere otto commedie all'anno. È il ritorno del Goldoni al teatro e l'inizio della fortuna del M.; la cui compagnia, pure attraverso bizze e pettegolezzi, appagava le esigenze artistiche del poeta. Avendo però il M. venduto, come altri faceva, il diritto di stampa delle commedie, il poeta l'abbandonava. E M. per ripicco scritturò il Chiari e ne recitò le commedie romanzesche. La compagnia ottenne dappertutto grandi successi, e per il repertorio nuovo e per la valentia di Teodora. Alla morte di questa (1761), il M. sposò la Scalabrini, che non piacque; ricorse alla Battaglia che, specie nella Semiramide del Voltaire, suscitò entusiasmo, e che poi tornò al capocomicato per suo conto, lasciando che il M. finisse la sua carriera da solo. Egli fu stimato ottimo "recitante", specie nelle parti "graziose" ed esperto capocomico. Sua moglie Teodora Raffi (nata a Lucca nel 1723, morta a Venezia nel 1761) ballava e recitava con grazia e delicato sentimento. Per lei il Goldoni, che le fu pure maestro, scrisse La figlia ubbidiente e, anche con intenzioni di cortese ammonimento, La moglie saggia. Il maggiore successo lo ebbe nella Vedova scaltra, che Teodora interpretava alla perfezione. E a lei il Chiari affidò La pastorella fedele. Apprezzata nella commedia dell'arte, essa fu soprattutto ammirata nella grazia birichina della commedia regolare e nella passionalità dei drammi sentimentali. Il figlio Giovanni Battista fu discreto attore: tenne a lungo compagnia propria, tentando seguire l'esempio del padre; ma non ebbe molta fortuna. Nel 1786 sposò l'attrice Paltrinieri, e con lei passò poi nella compagnia di Pietro Sosa.