MORESCHINI, Agostino
MORESCHINI, Agostino. – Nacque a Montalcino nel 1517 o nel 1518, da famiglia nobile.
Sulla sua giovinezza si hanno scarse notizie, né si conosce il momento esatto in cui entrò nel convento agostiniano di Siena contro il parere della famiglia. Certamente ebbe una formazione umanistica, cui dopo il noviziato affiancò gli studi di filosofia e teologia (Sodani, 1966, p. 521).
Nel 1539 gli fu affidato l’incarico di cursor presso lo studio fiorentino dell’ordine, ottenendo in quell’anno la licenza di predicare dal generale Girolamo Seripando. Tra il 1540 e il 1543 fu magister studentium nello studio di Siena, insegnando logica ai novizi dell’ordine. Nominato lettore durante il capitolo generale svolto a Roma, nel 1543 fu inviato allo studium generale patavino. A Treviso poté per la prima volta predicare durante la quaresima del 1544.
Nel 1545 divenne baccelliere e fu inviato allo studium generale bolognese, dove rimase fino al maggio 1547. Partecipò al capitolo generale a Recanati nel giugno 1547, dove si fece notare per la sua abilità nel disputare su temi quali la grazia e la giustificazione (Jedin, I, 1937, pp. 209 s.), per poi essere destinato allo studio napoletano. Prima di recarvisi tornò a Bologna e il 6 e il 15 luglio 1547 prese parte alle sessioni del concilio Tridentino, andando a rafforzare la scuola teologica agostiniana, guidata da Seripando (Zumkeller, 1951, p. 538), e presente accanto a quelle tomista e scotista (Jedin, 1930, pp. 152 s.; Stakemeier, 1936, p. 467; Id., 1937B, pp. 16- 39). Moreschini intervenne con un votum sul purgatorio e una assertio sulle indulgenze (Concilium Tridentinum, VI, 1, pp. 258, 293 s.; VI, 2, pp. 358-366, 404-413), avendo già partecipato, il 23 e 29 aprile e il 2 maggio 1547, alle congregazioni dei teologi con interventi sulla penitenza, sull’estrema unzione e sul matrimonio (ibid., VI, 1, pp. 70 s., 102, 107 s.; Gutiérrez, 1948-49, p. 118), riportati anche nelle annotazioni nel diario di Angelo Massarelli (Concilium Tridentinum, I, pp. 644, 646 s., 670, 673).
Nel settembre 1547 iniziò l’anno accademico a Napoli con l’incarico di magister regens, che conservò fino al 1551. Nella città partenopea, dove tra gli altri ebbe come allievo Onofrio Panvinio, pubblicò secondo Joannes Felix Ossinger (Bibliotheca Augustiniana, Ingolstadt 1768, pp. 612 s.) alcune opere sul purgatorio, sul culto dei santi, sulle orazioni pro defuntcis, sulla pazienza e sugli itinera ad aeternitatem, oggi tutte irreperibili (Perini, 1931, p. 233; Sodani, 1966, pp. 527 s.). Moreschini affiancò l’insegnamento alla predicazione soprattutto quaresimale: fu a Roma nel 1550, a Venezia nel 1551 e a Genova nel 1552, dove nell’aprile fu ascoltato predicare dall’inquisitore di Genova Girolamo Franchi (Prosperi, II, 2010, p. 647) che ne riferì a Marcello Cervini, membro dell’Inquisizione e cardinale protettore degli agostiniani (Firpo - Marcatto, II, 1, 2000, p. 32). Moreschini avrebbe dovuto predicare anche a Siena durante la quaresima del 1553, ma nel febbraio fu convocato a Roma dal generale Cristoforo da Padova per rispondere alle accuse mosse contro di lui, che furono lasciate cadere nel giugno seguente (Sodani, 1966, p. 524).
Nel 1554 lavorò a Roma all’edizione degli scritti di Egidio Romano, usciti nel corso del 1555 (Perini, 1931, p. 233). A partire proprio dal 1555 e fino alla sua morte fu a Milano, prima come predicatore quaresimale, poi, dal maggio 1557, anche come priore di S. Marco. Il 27 agosto 1556 depose davanti all’Inquisizione nel processo contro Pietro Carnesecchi, il quale era convinto che l’agostiniano «havesse fatto mal ufficio contra di [me] […] per l’odio che mi portava com’a fiorentino e servitor del duca [Cosimo I], tenendosi lui offeso come sanese della guerra fatta in quel tempo a Siena» (Firpo - Marcatto, II, 1, 2000, p. 185; cfr. ibid., pp. 32-36; II, 3, p. 1105). Negli ultimi anni si dedicò principalmente alla direzione del convento milanese, alla predicazione e alla sistemazione della sua opera maggiore, le Diffinitiones s. Augustini adversus lutheranos, di cui si conservano due copie manoscritte settecentesche nella Biblioteca Angelica di Roma e nella biblioteca del convento della Ss. Trinità di Viterbo, descritta da Sodani che su questo punto corregge le indicazioni di Perini (Perini, 1931, p. 233; Sodani, 1966, pp. 545 s.).
Divise in tre parti, le Diffinitiones furono composte verosimilmente tra il 1547 e il 1559. La terza parte sui sacramenti è senz’altro anteriore alle sessioni tridentine sul tema, svoltesi tra il marzo 1547 e il novembre 1551, perché in essa manca un qualsivoglia riferimento alle discussioni conciliari, a cui Moreschini stesso aveva preso parte tra l’aprile e il luglio 1547; è quindi ipotizzabile che egli abbia esposto delle posizioni cui aveva lavorato in precedenza, forse proprio in preparazione al concilio. La prima e la seconda parte invece, che hanno per oggetto la Scrittura, la tradizione, la Chiesa, i concili, il primato petrino e la giustificazione, furono verosimilmente scritte una tra il 1555 e il 1556 e l’altra tra il 1547 e il 1559. L’opera va inquadrata nella «lotta per Agostino» vivace durante l’epoca tridentina (Stakemeier, 1937A) e fa di Moreschini uno dei primi agostiniani italiani che presero posizione contro Lutero (Lauchert, 1912, pp. 673-675; Gutiérrez, 1976, p. 71). Essa intende conciliare la dottrina di s. Agostino con quella tridentina, in particolare sulla giustificazione (Jedin, II, 1937, p. 256), e difenderla dall’interpretazione che ne avevano dato Lutero e gli altri riformatori. Tuttavia, Moreschini sembra conoscere solo due scritti di Lutero: il De captivitate babylonica ecclesiae (1520), di cui ricorda il titolo nel suo trattato De extrema unctione (Sodani, 1966, p. 537), e le Resolutiones disputationum de indulgentiarum virtute (1520), citate in modo puntuale nella sua assertio tridentina sulle indulgenze (Concilium Tridentinum, VI, 2, pp. 404 s., 407-410). Ciascuna Diffinitio, scritta con stile «asciutto e preciso» (Sodani, 1966, p. 535) segue un metodo preciso, «eminentemente scolastico » (ibid., p. 531): dopo un proemio, in cui è introdotto l’argomento specifico di ciascun trattato, Moreschini espone le opinioni dei riformatori, cui contrappone la dottrina della Chiesa cattolica facendo uso delle definizioni tridentine, della Scrittura, dei Padri e della tradizione conciliare; egli si dedica infine all’interpretazione della dottrina di s. Agostino dei riformatori, di cui poi passa a confutare i presunti errori.
Recatosi a Venezia nel maggio 1559 per partecipare al capitolo generale dell’ordine, tornò poi a Milano, dove morì il 17 luglio 1559 (non nel 1560 come riportato da Perini, 1931, p. 233; Sodani, 1966, p. 526).
Opere: A parte il votum sul purgatorio, l’assertio sulle indulgenze del luglio 1547 e la deposizione davanti all’Inquisizione, che sono gli unici scritti di una certa consistenza apparsi in edizione critica, la rimanente parte della produzione di Moreschini è inedita, compresa la sua opera più importante e articolata, le Diffinitiones. Se da una parte è certo che le opere conservatesi sino a oggi sono autentiche, è anche vero che a Moreschini sono stati attribuiti scritti di cui non è certa neppure l’esistenza. Lo stesso agostiniano accenna sia ad alcuni lavori che egli non poté portare a compimento sia ad altri che oggi sono irreperibili. Un elenco è presente sia nella bibliografia di Perini (1931, p. 233), sia nel saggio di Sodani (Sodani, 1966, pp. 527-548), che ricostruisce il corpus dell’agostiniano e analizza in dettaglio le Diffinitiones.
Fonti e Bibl.: Concilium Tridentinum. Diariorum, actorum, epistularum, tractatuum nova collectio, edidit Societas Goerresiana, I-XIII, Friburgi Br. 1901-2001; F. Lauchert, Die italienischen literarischen Gegner Luthers, Freiburg i. Br. 1912 (ristampa Nieuwkoop 1972); D.A. Perini, Bibliographia augustiniana cum notis biographicis. Scriptores itali, II, Firenze 1931, pp. 232 s.; H. Jedin, A. M. († 1559) und seine Apologie Augustins, in Aurelius Augustinus. Festschrift der Görres-Gesellschaft zum 1500. Todestage des heiligen Augustinus, a cura di M. Grabmann - J. Mausbach, Köln 1930, pp. 137-153; E. Stakemeier, Die theologischen Schulen auf dem Trienter Konzil. Die Trienter Augustinerschule. Ursprung und Lehrgehalt ihres konziliaren Systems, in Theologische Quartalschrift, CXVII (1936), pp. 466-504; Id., Der Kampf um Augustin. Augustinus und die Augustiner auf dem Tridentinum, Paderborn 1937A; Id., Glaube und Rechtfertigung. Die Verhandlungen und Lehrbestimmungen des Trienter Konzils über den Glauben als Anfang, Fundament und Wurzel aller Rechtfertigung, Freiburg i. Br. 1937B; H. Jedin, Girolamo Seripando. Sein Leben und Denken im Geisteskampf des 16. Jahrhunderts, I-II, Würzburg 1937; D. Gutiérrez, Patres ac theologi qui Concilio tridentino interfuerunt, in Analecta augustiniana, XXI (1948-1949), pp. 54- 177; A. Zumkeller, Die Augustiner-Eremiten und das Konzil von Trient, in Das Weltkonzil von Trient. Sein Werden und Wirken, a cura di G. Schreiber, II, Freiburg i. Br. 1951, pp. 523-540; P.L. Sodani, A. M. e la sua dottrina sulla Rivelazione e la Chiesa, Roma 1966 (estratto di Augustiniana, XVI [1966], pp. 520-548 e ibid., XVII [1967], pp. 167-208); D. Gutiérrez, I primi agostiniani italiani che scrissero contro Lutero, in Analecta augustiniana, XXXIX (1976), pp. 5- 74; I processi inquisitoriali di Pietro Carnesecchi (1557-1567), a cura di M. Firpo - D. Marcatto, I-II, Roma 1998-2000; Dizionario dell’Inquisizione, diretto da A. Prosperi, con la collaborazione di V. Lavenia - J. Tedeschi, II, Pisa 2010, pp. 647-648.