MESCHIATI, Agostino
(Agostino da Biella). – È noto anche come Agostino da Biella, dal nome della città piemontese dove probabilmente nacque intorno al settimo decennio del XV secolo. Della sua vita sono noti solo pochi elementi.
Con tutta probabilità entrò, in data non nota, nel locale convento di S. Pietro, appartenente all’Ordine degli eremitani di S. Agostino: in una lettera a Giovanni Stefano de Ferrariis, protonotario apostolico e vescovo di Vercelli dal 1493, che introduce l’edizione dell’Expositio super libros elenchorum di Egidio Romano, stampata a Venezia nel 1496 da Boneto Locatello (Indice generale degli incunaboli [=IGI], 3080) e curata dal M., questi ricorda la sua formazione culturale nel convento biellese, dove aveva avuto modo di conoscere e apprezzare l’opera del suo illustre confratello. All’inizio degli anni Novanta del Quattrocento il M. proseguì gli studi a Padova dove, secondo le fonti (Pamphilus), divenne lettore dello Studium teologico nel maggio 1495; tranne per una breve parentesi a Pavia, il M. continuò a risiedere a Padova, dove proseguì la sua attività di maestro e studioso delle opere di Egidio Romano, di cui l’edizione dell’Expositio fu il frutto più importante e significativo. L’incarico di lettore è confermato dall’explicit dell’opera stessa, dove il M. è presentato come «lector in conventu Padue fratrum heremitarum» (c. 66v).
Nello stesso volume è presente una Quaestio difensiva de medio demonstrationis (cc. 67r-70r), l’unica opera attribuibile con certezza al M., frutto, come egli afferma secondo un consolidato canone retorico, del pressante invito indirizzatogli dai suoi stessi confratelli fin dai tempi del suo apprendistato culturale a Biella.
L’opera si presenta come una tipica quaestio universitaria volta a sostenere la correttezza teologica e filosofica di quanto affermato da Egidio Romano nella sua Quaestio de medio demonstrationis. Sia l’Expositio sia la Quaestio de medio demonstrationis appartengono infatti alla prima fase della vasta produzione di Egidio, prima del suo coinvolgimento, nel 1277, nell’inquisitio voluta dal vescovo Étienne Tempier nei confronti di alcuni maestri della facoltà teologica di Parigi accusati di eterodossia (cfr. Quaestio de medio demonstrationis, a cura di J. Pinborg, in Die Auseinandersetzungen an der pariser Universität im XIII. Jahrhundert, a cura di A. Zimmermann, Berlin-New York 1976, pp. 240-268).
Il contributo del M. si rivela non particolarmente originale e ripropone quanto già delineato da altri maestri, fra i quali Paolo Nicoletti (Paolo Veneto), in merito alla correttezza e alla fondatezza teologica del pensiero di Egidio. Con le stesse caratteristiche editoriali, l’Expositio e la Quaestio difensiva furono riedite a Venezia nel 1500, per i tipi di Simone da Lovere (IGI, 3081).
La letteratura erudita, sulla scorta di quanto affermato da Gandolfo, attribuisce al M. la redazione di una raccolta di Exempla virtutum et vitiorum, individuata in un’edizione di Basilea del 1550 (cfr. Dictionnaire) per i tipi di Iohannes Herold. L’opera rientra nel fortunato filone di sillogi di avvenimenti esemplari e raccoglie, in tale prospettiva, testimonianze desunte da autori del mondo classico, patristico e medievale. L’attribuzione al M. non può però essere accolta né lo si può ritenere curatore del testo stesso.
Non si hanno altre notizie sul conto del M., che in età moderna non è stato oggetto di studi più specifici.
Fonti e Bibl.: I. Pamphilus, Cronica Ordinis eremitarum S. Augustini, Romae 1581, p. 94; D.A. Gandolfo, Dissertatio historica de ducentis celeberrimis Augustinianis scriptoribus, Romae 1704, p. 76; J.F. Ossinger, Bibliotheca Augustiniana…, Ingolstadii et Augustae Vindelicorum 1768, pp. 585 s.; D.A. Perini, Bibliographia Augustiniana, Firenze 1938, pp. 126 s.; Dict. d’histoire et de géographie ecclésiastiques, V, col. 426.
H. Angiolini