LOMBARDO, Agostino
Anglista, nato a Messina il 6 marzo 1927. Laureatosi a Roma, dove è stato allievo di M. Praz, ha ricevuto (1954) l'incarico del primo insegnamento in Italia di Letteratura anglo-americana presso l'università di Roma e poi, come professore ordinario, di Letteratura inglese nelle università di Bari (1957-59) e Milano (1960-66); dal 1967 è nuovamente all'università di Roma ''La Sapienza'', dove dirige il dipartimento di Anglistica ed è presidente del Centro Teatro Ateneo. È socio corrispondente (1987) dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Ha fondato e a lungo diretto la rivista Studi Americani, la ''Biblioteca di Studi Americani'' (per le Edizioni di Storia e Letteratura di Roma), la ''Biblioteca di Studi Inglesi'' e la ''Biblioteca Italiana di Testi Inglesi'' (per l'editrice Adriatica di Bari), la collana ''Studi e Ricerche'' dell'Istituto di Letteratura inglese e americana (poi del Dipartimento di Anglistica), dell'università di Roma. Cura una Storia delle letterature di lingua inglese, in 13 volumi (Roma, Nuova Italia Scientifica).
I suoi lavori in ambito comparatistico e anglistico spaziano dalla letteratura medievale fino agli scrittori e ai critici contemporanei, e alle letterature emergenti in lingua inglese (a esempio di tale molteplicità di interessi si citano qui due dei volumi collettanei da lui curati, Jonson e Shakespeare, 1979, e Ritratto di Northrop Frye, 1989).
Ha esordito con un volume su La poesia inglese dall'estetismo al simbolismo (1950), che costituisce un momento importante della riflessione critica sulla lirica da O. Wilde a W.B. Yeats. Fin dall'inizio è intensa nella sua attività anche l'attenzione per il teatro: Il dramma pre-shakespeariano (1957) e il Teatro inglese del Medioevo e del Rinascimento (curato nel 1963). Allo stesso tempo L. coltiva gli studi di letteratura anglo-americana, pubblicando due collezioni di saggi in volume, Realismo e simbolismo (1957) e La ricerca del vero (1961), che anticipano le nuove direzioni in quegli anni intraprese dalla stessa critica statunitense. Il suo itinerario americanistico continua negli anni successivi con Il diavolo nel manoscritto (1974), con Un rapporto col mondo (sui racconti di Hawthorne, 1976), con i numerosi lavori dedicati a Henry James (dei cui romanzi ha curato l'edizione, e le Prefazioni, 1956) e al rapporto di questi con l'Italia (assieme a J.W. Tuttleton ha curato The sweetest impression of life. The James family and Italy, 1990), e infine con la cura di The masks of the artist: metafiction in Faulkner (1991). A Shakespeare ha dedicato importanti studi fra i quali spicca la Lettura del Macbeth (1969). Altrettanto penetranti i saggi contenuti nel Ritratto di Enobarbo (1971), i numerosi articoli pubblicati negli anni su giornali e riviste, e Strehler e Shakespeare (1992). La sua meditazione sul teatro, su Shakespeare, sulla letteratura, sui compiti e i metodi della critica trova un esito di particolare originalità in Il testo e la sua performance (1986) e in Per una critica imperfetta (1992).
Uno spazio centrale e significativo del lavoro di L. è occupato dalle traduzioni: fra le tante, si ricordano le versioni a un tempo fedeli, scenicamente vive e altamente poetiche, di numerosi drammi di Shakespeare, tra cui La tempesta, Antonio e Cleopatra, Il racconto d'inverno, Macbeth, Il mercante di Venezia.