GOBBI, Agostino
Nacque a Pesaro il 23 ag. 1684 da una famiglia di origine veneziana, undicesimo figlio di Giuseppe e di Caterina Rossi. Fu allievo del maestro di retorica palermitano Giuseppe Nucci. Recatosi a Bologna, frequentò il collegio Montalto, luogo di ritrovo per gli esponenti della vivace cultura locale, tra cui Eustachio Manfredi, eclettico caposcuola dei petrarchisti bolognesi e propugnatore della restaurazione classicista. Fu membro dell'Accademia bolognese degli Abbandonati che, dal 1677, svolgeva la sua attività proprio nel citato collegio.
Il G. morì a Bologna il 16 ag. 1708.
Il ruolo svolto dal G. nella sua pur così breve esistenza fu notevole: oltre a promuovere la riedizione di molte opere di autori illustri, curò una raccolta della poesia italiana di tutti i tempi che esercitò un'enorme influenza sul gusto letterario settecentesco, configurandosi come "un'antologia critica del petrarchismo fino all'Arcadia" (Binni, p. 99). Tale silloge, intitolata Scelta di sonetti e canzoni de' più eccellenti rimatori d'ogni secolo (Bologna 1709-11) e ripubblicata altre volte in seguito (Venezia 1727 e 1739), venne accolta immediatamente con grande entusiasmo. In essa, accanto ad altre personalità ritenute comunque significative, trovavano posto i petrarchisti fedeli "al buon costume", ossia i poeti più spirituali e castigati. Sembra che sia stato proprio il Manfredi, consapevole delle capacità del suo brillante discepolo e amico, a incoraggiare l'impresa, allo scopo di riunire e preservare opere notevoli per valore e rarità (lo stesso G. dichiara di aver compiuto questa "fatica […] coll'altrui indirizzo", esprimendo l'auspicio di seguire le orme di famosi curatori editoriali che lo avevano preceduto). Nelle sue ricerche, il G. si valse anche della collaborazione di insigni letterati della levatura dell'abate G. Fontanini, di A. Zeno e L.A. Muratori.
La morte prematura impedì al G. di vedere compiuta la sua opera e di mettere mano ad altri lavori. Di lui possediamo solo gli undici sonetti posti, in omaggio alla sua memoria, a conclusione dell'antologia (Aggiunte, Bologna 1711, pp. 11-13).
Fonti e Bibl.: G.M. Crescimbeni, Dell'istoria della volgar poesia, V, Roma 1710, p. 269; F.S. Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia, II, Bologna 1739, pp. 384 s.; F. Vecchietti, Biblioteca picena, V, Osimo 1796, p. 124; I. Montanari, Elogio di A. G., in Giorn. arcadico di scienze, lettere ed arti, XCII (1842), luglio-settembre, pp. 83-95; G. Melzi, Diz. di opere anonime…, I, Cosenza 1962, p. 466; W. Binni, Il petrarchismo arcadico e la poesia del Manfredi, in Id., L'Arcadia e il Metastasio, Firenze 1963, p. 99; La colonia Renia. Profilo documentario e critico dell'Arcadia bolognese, a cura di M. Saccenti, Modena 1988, p. 61; G. Casati, Diz. degli scrittori d'Italia, III, p. 207.