CECCARONI, Agostino
Nacque a Calisese (Cesena) il 4 nov. 1867, figlio di Rinaldo e di Adelaide Guidi. Studiò dapprima nel seminario di Cesena, poi ne uscì per seguire e completare gli studi alliceo-ginnasio "V. Monti". Rimase però in stretto rapporto d'amicizia col compagno di seminario G. Ravaglia, poi divenuto parroco, e con E. Cacciaguerra, altro cattolico militante, che esercitarono notevole influenza sulla sua formazione. Così, mentre frequentava i corsi di lettere all'università di Bologna, iniziò la pubblicazione a dispense del suo Dizionario ecclesiastico (poi Milano 1898 e 1911), per il quale egli si giovò della collaborazione di numerosi specialisti e che ottenne una buona diffusione. Fin dal 1889 il C. ebbe incarichi d'insegnamento in Lombardia, e a Lecco diresse per quasi un decennio il collegio Bettega. All'insegnamento delle lettere egli affiancò il gusto per la narrativa e per il teatro; pubblicò così un'edizione d'Ovidio, Frammenti: prose e versi (Lecco 1891) anche in dialetto milanese, La beneficenza (ibid. 1891) e l'operetta La Tombola (ibid. 1892) che venne musicata da A. Paleari.
Ritornato a Cesena, vi svolse un'intensa attività di giornalista e di conferenziere. Fondò e diresse fra il 1899 e il 1901 il settimanale cattolico Il Savio, fortemente impegnato nella lotta politica e nella polemica con Il Cittadino, diretto da N. Trovanelli d'orientamento laico. Nel 1901 pubblicò a Torino Il Conclave, in cui è la storia del S. Collegio dalle origini al 1878 e vengono tradotte le bolle segrete di Pio IX. Sposatosi a Cesena con Maria Ughi, il C. entrò nel 1902 nella redazione dell'Avvenire d'Italia diretto da C. Algranati a Bologna, distinguendosi per alacrità e perspicacia in varie occasioni, specie come inviato speciale. Seguì il processo Murri e fu in Calabria dopo il terremoto del 1905, latore insieme con G. Grosoli del ricavato d'una sottoscrizione. Inviato a Fiume nel 1906, venne incaricato della direzione del quotidiano cristiano-sociale Il Faro del Quarnero che ebbe breve vita. Tornato a Bologna, il C. entrò nella redazione de Il Resto del Carlino, con funzioni di cronista cittadino e inviato speciale; in tale veste tornò a Fiume nel periodo dannunziano e si occupò pure delle possibilità di sfruttamento dei giacimenti cementizi di Albona.
Ricoperse incarichi di fiducia nell'Associazione della stampa emiliana, ma dopo l'avvento del fascismo e la fascistizzazione de Il Resto del Carlino cercò rifugio e lavoro nella Biblioteca dell'Archiginnasio, preferendo dedicarsi con rinnovata lena agli studi classici.
Collaborò ai dizionari italiani del Melzi e del Petrocchi, ma soprattutto attese alla preparazione d'un ampio e per molti versi originale Vocabolario latino-italiano e italiano-latino (Milano 1928) che uscì in due volumi riccamente illustrati da P. Pietra. L'opera, che si avvalse dei suggerimenti di G. Albini e d'altri latinisti, è ricca di esempi, chiara ed essenziale; era destinata specialmente alle scuole, e fu lodata da studiosi come A. Rostagni e G. Vitali; fu ridotta ad uso delle scuole medie come Il PiccoloCeccaroni (Milano 1938) in collaborazione con A. Chiesa ed ebbe una nuova edizione postuma nel 1950, a Faenza.
Il C., rimasto vedovo nel 1924, lasciò nel 1929 Bologna per ritirarsi a Cesena presso la sorella, in casa della quale trascorse serenamente gli ultimi anni della sua vita. Attese alle nuove edizioni del suo Dizionario ecclesiastico illustrato (Milano 1929; poi Piccola enciclopedia ecclesiastica aggiornata da A. Ciceri, 1953), mentre lasciò inedite novelle, poesie, bozzetti teatrali.
Il C. morì a Case Finali (Cesena) il 13 ag. 1943.
Fonti e Bibl.: Cesena, Comune, Anagrafe; Ibid., Arch. fam. Biondi, Artic., confer., inediti; Annuario della stampa, Roma 1919, p. 555; T. Rovito, Letterati e giornalisti ital. contemporanei, Napoli 1922, p. 93; G. Casati, Dizionario degli scrittori d'Italia, Milano a. d. (ma 1926), II, p. 114; S. Cella, Giornalismo e stampa period. a Fiume (1813-1947), in Fiume, V(1957), 1-2, p. 37; L. Bedeschi, Il modernismo e R. Murri in Emilia e Romagna, Bologna 1967, p. 96; U. Bellocchi, "Il Resto del Carlino"…, Bologna 1973, p. 209.