BERTELLI, Agostino
Nacque a Brescia da Alessio, orologiaio, e da Teresa Manizi, nel 1727 secondo A. Maggi ed il ms. della Queriniana K. V. 4. m 1, (v. ediz. Boselli), nel 1726 secondo G. B. Carboni, confermato dall'atto di morte (1776), che lo dice di anni cinquanta circa. Indirizzato dal padre allo stato ecclesiastico. il B. ebbe numerosi interessi culturali, ma dedicò la sua attività soprattutto alla pittura e in questo campo, a stare alle fonti, divenne una delle figure di maggiore rilievo dell'ambiente bresciano. Presso il suo primo maestro, F. Raineri, seguace del Tempesta, restò presumibilmente dal 1750 circa al 1755, anno della morte del Rainieri. Da questo ereditò una ricca raccolta di disegni e di stampe sulla quale continuò a esercitarsi. A Brescia studiò sui modelli del Tempesta, del Piazzetta, del Tiziano, del Berchem e del Watterloo, praticando nello stesso tempo il paesaggio dal vero. In un soggiorno di due anni a Genova, divenne amico, oltreché discepolo, del Vernet. Passò poi a Milano dove il card. Pozzobonelli agevolò i suoi studi permettendogli di copiare le opere della sua quadreria; è di questo periodo il suo incontro con le opere del Dietrich, che rimase poi il suo modello preferito. Lasciata Milano per ragioni di salute, ritornò a Brescia (1757) dove, salvo un breve soggiorno a Verona (dove un suo quadro aveva ottenuto gli elogi dell'Accademia di Verona e di G. B. Cignaroli), rimase fino alla morte, avvenuta il 7 ag. 1776.
Un documento bolognese, pubblicato dal Boselli (in Memorie storiche della Diocesi di Brescia, XXVIII [1961], pp. 105, 108), offre l'unica menzione sicura di un dipinto del B. nella chiesa del Patrocinio di Maria Vergine a Brescia (Uomo che prega nell'epidemia delle bestie), dipinto purtroppo andato disperso; si potrebbe però attribuire al B. nella stessa chiesa una Tempesta di mare (Boselli, in Giorn. di Brescia,1962), che peraltro appare opera più di un buon dilettante che di un pittore. D'altra parte il Maggi (da cui dipende il K. V. 4.m 1), che fu del B. discepolo e biografo affettuoso, riconosce in lui come lati negativi una certa secchezza e timidità di pennello, un certo ripetersi continuo; e come lati positivi "eleganza di disegno, forza di colore ed armonia di degradazione ".
Fonti e Bibl.: Brescia, Archivio d. Cattedrale, Liber mortuorum ab die 3 Februarii 1471 usque ad diem 10 Octobris 1780, E, carta 148 (atto di morte); G. C. Carboni, Notizie istoriche delli pittori scultori ed architetti bresciani [sec. XVIII], a cura di C. Boselli, Brescia 1962, pp. 21, 31 (pubblica anche, pp. 46-49, il ms. esistente nella Bibl. Queriniana di Brescia K. V. 4 m 1, Notizie di Pittori, scultori e architetti del corrente anno 1779, di cui la stessa Biblioteca possiede un'altra redazione identica: Notizie di pittori bresciani); A. Maggi, Memorie sulla vita di A. B. paesista bresciano, Brescia 1794; F. Niccoli Cristiani, Vita ed opere di L. Gambara, Brescia 1807, p. 134; P. Zani, Encicl. metodica… delle belle Arti, I, 3, Parma 1820, p. 7; S. Fenaroli, Diz. degli artisti bresciani, Brescia 1877, pp. 29 s.; E. Calabi, La pittura a Brescia nel Seicento e Settecento, Brescia 1935, p. 10; B. Passamani, La pitt. dei secc. XVII e XVIII, in Storia di Brescia, III, Brescia 1964, p. 664; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon,III,p. 481. Per le opere vedi anche: P. Da Ponte, Esposizione della pittura bresciana (catal.), Brescia 1879, p. 54 (Il riposo del gregge,Brescia, coll. Caprioli); Catalogo illustrato d. esposizione d'Arte Sacra, Brescia 1904, p. 38 (L'Agnello e s. G. Battista in un Paesaggio, Brescia, coll. Brunelli).