DOLCI, Agnese (Agnesa)
Figlia del pittore Carlo e di Teresa Bucherelli, nacque il 14 sett. 1659 (Firenze, Arch. dell'Opera del duomo , Libri dei battesimi, 1658-59, femmine, f. 75). Il Baldinucci (1728, ed. 1847, V, p. 362) informa che si sposò con il setaiuolo Stefano di Carlo Baci (Bacci); ciò avvenne certamente prima del 1685 poiché il marito è ricordato nel testamento del padre di Agnese risalente a tale anno (cfr. McCorquodale, 1986, II, p. 360). Ebbe almeno due figli: Gaetano (morto nel 1691) e Caterina (morta nel 1699), seppelliti nella tomba dei Dolci, come risulta da documenti conservati presso la chiesa della Ss. Annunziata. La data di morte non è rintracciabile in quegli stessi documenti, ma il Busse (Thieme-Becker, IX, p. 384) la dice morta nel 1689.
Fu allieva e imitatrice del padre, ma non si conosce alcun dipinto che le si possa attribuire con certezza in quanto firmato o documentato; di solito le sono assegnati lavori della bottega paterna o copie di quadri di Carlo (McCorquodale, 1986, III): è pertanto impossibile rendersi conto della sua reale personalità. In tale scarsezza di notizie va segnalata l'esistenza di un taccuino di disegni, conservato nel Fitzwilliam Museum di Cambridge, in parte attribuito a lei.
Il quaderno appartenne certamente a Carlo (alcuni disegni sono ascrivibili alla sua mano), che lo dette a una delle figlie; questa lo datò nel 1667 e nuovamente nel 1670, senza apporvi il proprio nome, e si dichiarò intenzionata a farvi esercizi di disegno. Carlo ebbe sette figlie, ma l'unica indicata come pittrice è la D. e pertanto a lei viene attribuito in parte il taccuino.
All'inizio sono tre ritratti di bambine ascrivibili a Carlo, due delle quali con l'età ed il nome segnati, Elisabetta di 6 anni (f. 6), Agata di 4 anni (f. 4) ed una terza senza nome (f. 8), che è stata ipoteticamente identificata con la D. (Byam Shaw, 1983; McCorquodale, 1986, II, p. 360). Elisabetta nel 1660 non era certamente ancora nata (cfr. voce del padre, in questo Dizionario). Supponendo che sia nata nel 1661 e poiché nel taccuino appare di sei anni, il libretto non può essere stato iniziato prima del 1667, che è proprio la data iscrittavi dalla proprietaria. Probabilmente Carlo consegnò alla figlia un suo taccuino in parte utilizzato e lo continuarono insieme; la figlia vi lavorò nel 1670 e forse anche dopo.
Il McCorquodale (1986, II, p. 360) considera il libretto opera di Carlo, della D. e di Agata, ma la partecipazione della seconda figlia appare difficile da accettare anche perché il suo nome, che compare nel f. 11, non sembra una firma. I disegni sono estremamente vari come soggetto e qualità e vanno dagli studi per tessuti agli animali, dai fiori a studi di genere; vi sono anche copie da Callot. Il McCorquodale (ibid.) assegna alla D. anche un possibile autoritratto grafico, conservato agli Uffizi, e un altro foglio con S. Giovanni Battista al Louvre.
Un elenco di dipinti attribuiti alla D. è pubblicato dal Cantelli (1983, p. 68), tuttavia si tratta più probabilmente di opere della bottega paterna; in particolare il dipinto del Museo Puškin di Mosca non è né firmato né datato e i responsabili del Museo lo considerano di Carlo. A quest'ultimo va inoltre attribuito il S. Giovanni Evangelista di Sarasota (Florida) per errore inserito dal Cantelli (ibid.) nel catalogo della Dolci. Il Cristo che consacra il pane del Louvre è a volte considerato come un'altra sua opera sicura (Bolaffi), ma nel recente catalogo del Museo (Brejon de Lavergnée-Thiébant, 1981, II, p. 171 n. 262) è considerato solo copia antica di un originale di Carlo.
Heinecken (1788) ricorda una incisione di C. Mogalli da una Madonna a mezza figura della Dolci.
Fonti e Bibl.: F. Baldinucci, Notizie dei professori del disegno da Cimabue in qua [1728], V, Firenze 1847, p. 362; C. H. de Heinecken, Dict. des artistes dont nous avons des estampes..., Leipzig 1788, III, p. 7 (sub voce Bacci); Italian 17th Century drawings from British private collections, Edinburgh 1972, p. 16; M. Monteverdi, Donne di quadri, Roma 1981, pp. 47, 133; A. Brejon de Lavergnée-D. Thiébant, Catalogue sommaire illustré des peintures du Musée du Louvre, II, Italie..., Paris 1981, pp. 170 s.; J. Byam Shaw, The Italian drawings of the Frits Lugt Collection, Paris 1983, n. 79; G. Cantelli, Repertorio della pittura fiorentina del Seicento, Firenze 1983, p. 68 (catalogo delle opere); C. McCorquodale, in Il Seicento fiorentino (catal.), Firenze 1986, II, pp. 360-63; III, pp. 80 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, pp. 384 s.; Diz. enc. Bolaffidei pittori…, IV, Torino 1973, p. 163.