AGNESE di Massa
Figlia di Guglielmo di Massa, giudice di Cagliari (1190-1214), e di Adelaide Malaspina, andò sposa giovanissima al donnicello Manano, figlio del giudice di Torres, Comita I (1198-1218).
Il matrimonio era suggerito da ragioni politiche del momento; il padre di lei aveva, infatti, invaso il giudicato d'Arborea, andando contro il giudice di Torres, che ne era condomino. Le nozze servirono a suggellare la pace fra i due.
Dal matrimonio con Mariano, che divenne giudice nel 1218, ebbe tre figli: Barisone, che morì giovinetto, vittima di un tumulto popolare nel 1236, Adelasia, la sfortunata moglie di re Enzo, e Benedetta. Alla morte di Mariano, avvenuta nel 1232, A. abbandonò il giudicato di Torres e sposò il conte Ranieri dei Bulgari, stabilendosi per un certo periodo di tempo nel giudicato di Cagliari, nella villa di Santa Gilla ai piedi della città. Durante la sua assenza, a partire dal 1214, il giudicato cagliaritano era stato retto da una sua sorella, Benedetta, la quale, debole e incapace, era stata sopraffatta dai pisani Ubaldo e Lamberto Visconti. I due avevano occupato e fortificato nel 1216 il colle sovrastante all'abitato e, nella lotta allora in corso con la Repubblica di Genova per l'egemonia sulla Sardegna, avevano portato quasi tutto il giudicato nella sfera dell'influenza pisana. Lamberto Visconti sposò poi Benedetta per un riconoscimento ufficiale della usurpazione, ma il matrimonio fu annullato dal pontefice Onorio III (1220). Tuttavia, tanto Ubaldo quanto Lamberto rimasero padroni del territorio. Benedetta morì alla fine del 1232, lasciando un unico figlio minorenne, Guglielmo II, e il giudicato di Cagliari in una situazione molto confusa e triste. A. e il suo nuovo marito, Ranieri, avanzarono pretese su di esso, sia come parenti di Benedetta, sia come tutori del loro nipote Guglielmo II e, appoggiati dalla Chiesa, contraria ai Visconti, ottennero il governo del giudicato. Fu però un governo formale. Il conte Ranieri morì nel 1238 ed A. mantenne i suoi diritti sino al 1256, quando li cedette, pochi anni prima della sua morte (della quale non si può tuttavia precisare la data), a Guglielmo III di Cepolla, marchese di Massa, nominato giudice di Cagliari nell'ottobre dello stesso anno.
Fonti e Bibl.: P. Tola, Codex diplomaticus Sardiniae, I, Augustae Taurinorurn 1861, doc. 93, pp. 281, 293, 343, 347, 370, 379; D. Scano, Codice diplomatico delle relazioni tra la Santa Sede e la Sardegna, I, Cagliari 1940, pp. XIII, XXVIII, XXXVIII s., docc. 115, 121, 145, 290; E. Besta, La Sardegna medioevale, I, Palermo 1907, pp. 166 ss.; D. Scano, Serie cronologica dei giudici sardi, in Archivio stor. sardo, XXI (1939), pp. 37 ss.