sostantivato, aggettivo
L’aggettivo sostantivato è una sottoclasse delle ➔ parti del discorso costituita da ➔ nomi che sono formalmente e diacronicamente ➔ aggettivi, e che per un processo di transcategorizzazione hanno cambiato appartenenza e si comportano, in tutto o in parte, come nomi. La sostantivazione dell’aggettivo è, in tutte le fasi della storia dell’italiano, come delle altre lingue romanze, un processo altamente produttivo. Il fenomeno interessa aggettivi di tutti i tipi, inclusi i participi passati e presenti aggettivali (➔ participio).
Il sistema italiano è la continuazione diretta di quello latino, rispetto al quale presenta poche differenze. In particolare, l’aggettivo sostantivato latino compare spesso al plurale, laddove in italiano si usa il singolare: omnia perdidit «ha perso tutto», multa paucis «molto con poco», lett. «molte cose con poche cose». Tuttavia, nell’italiano sopravvivono come nomi anche alcune forme aggettivali di neutri plurali latini come, ad es., interiora (originariamente «le cose interne»).
Nella grammatica tradizionale, l’aggettivo sostantivato è spesso definito di significato neutro, termine che può essere inteso talvolta nel senso di «collettivo», talvolta nel senso di «astratto». L’interpretazione di il vero e il bello in (1) e (2) è parafrasabile come le cose vere, le cose belle e, al contempo, come la verità, la bellezza:
(1) la cieca severità delle leggi e de’ rettori, li quali assai volte, quasi solliciti investigatori del vero, incrudelendo fanno il falso provare (Boccaccio, Dec. III, 7)
(2) e quel che ’l bello e ’l caro accresce a l’opre,
l’arte, che tutto fa, nulla si scopre (Torquato Tasso, Ger. Lib. XVI, 9)
Varie sostantivazioni di tipo neutro fanno parte di locuzioni fisse e di ➔ modi di dire: essere all’oscuro, essere all’ultimo, prepararsi al peggio, unire l’utile al dilettevole, qui viene il bello!, ecc. A volte l’aggettivo che è all’origine della sostantivazione è caduto in disuso: ciò vale, ad es., per l’aggettivo postero, dal quale origina il nome plurale i posteri. Frequentemente, l’aggettivo sostantivato denota persone, con riferimento generico-collettivo (3-5) o con riferimento a un individuo specifico (6-8):
(3) Li morti non mangian gli uomini: io v’entrerò dentro (Boccaccio, Dec. II, 5)
(4) l’ignoranza, comune a quasi tutti gli scellerati e agl’innocenti, non debbano probabilmente far cadere in contradizione e l’innocente che teme e il reo che cerca di coprirsi (Beccaria 2010: XVI)
(5) Lei non è di quelli che dan sempre torto a’ poveri (Alessandro Manzoni, I promessi sposi V)
(6) Movesi ’l vecchierel canuto e bianco (Petrarca, Canz. XVI, 1)
(7) Il tignoso le diede uno dei suoi tre pani, e la donna lo mangiò (Calvino 1993: 169)
(8) Senti, piantala di fare il fesso! ’Sta mania di fare sempre lo spiritoso e di sfottere anche sulle cose serie (Fo 2008: atto 1)
Tra questi aggettivi sostantivati rientrano anche lemmi come (il) vecchio, (il) nuovo, (il) moderno, (l’)antico, (l’)usato, (l’)intimo, ecc.
Una proprietà di quasi tutti gli aggettivi sostantivati del tipo neutro consiste nel fatto che essi, designando entità globali alla stessa maniera dei nomi di massa (➔ massa, nomi di), non sono usati al plurale.
Una sottoclasse degli aggettivi sostantivati, invece, designa entità discrete e numerabili e accetta il plurale come i nomi convenzionali.
Gli aggettivi ➔ etnici sostantivati designano lingue e dialetti (il francese, il siciliano) e individui (i francesi, i siciliani). In pochi casi è un uso antonomastico dell’aggettivo che dà esito a sostantivazione: l’immacolata, l’onnipotente. Inoltre, sono aggettivi, in origine, diversi nomi indicanti categorie professionali:
(9) Sarebbe minor male, che si compiacesse d’impiegare le sue finezze per una comica (Goldoni 1965: atto 2, scena 10)
(10) Sulla stessa linea di pensiero è il tecnico della Lazio (http://www.calciomercato.com, 26 luglio 2010)
(11) Lo ha detto il legale del presule [...] a margine della conferenza stampa (http://corrieredelmezzogiorno. corriere.it, 21 giugno 2010)
Appartengono a questa categoria ➔ participi presenti sostantivati quali dirigente, insegnante, studente.
La sostantivazione del participio passato deriva, in genere, dalla lettura passiva di tale participio, come in laureato «chi è stato coronato d’alloro», pensionato «chi è stato collocato a riposo, in pensione», ma può talvolta basarsi, eccezionalmente, su un significato attivo: il curato è, letteralmente, «chi cura le anime».
In molti casi di sostantivazione dell’aggettivo, è lecito assumere l’ellissi di una testa nominale (➔ sintagma nominale). Secondo tale lettura, una espressione come spaghetti alla bolognese risale al costrutto «spaghetti alla [maniera] bolognese», interpretazione proponibile per diverse locuzioni (all’antica, alla carlona, alla garibaldina, alla leggera, alla buona, ecc.). Possono essere analizzate alla stessa stregua numerose sostantivazioni, quali il barocco «stile barocco», il blu «colore blu», il fantastico «genere fantastico», l’ordinario «professore ordinario», il paleolitico «periodo paleolitico», il genovese «territorio genovese», il portatile «computer portatile», il rapido «treno rapido», i rossoneri «giocatori rossoneri», il tranquillante «farmaco tranquillante» (per queste ipotesi, v. tra gli altri Regula & Jernej 19752: 131 e Serianni 1989: 208-209).
Va notato, tuttavia, che qualche obiezione formale può essere sollevata contro l’analisi dell’ellissi: infatti, mentre sono possibili coordinazioni come i colori blu e rosso, i periodi paleolitico e neolitico, i territori lucchese e pisano, risultano inaccettabili costrutti quali *i blu e rosso, *i paleolitico e neolitico, *i lucchese e pisano, nonostante essi siano evidentemente derivabili per via di ellissi.
Si noti, infine, come la sostantivazione non escluda che l’elemento sostantivato conservi proprietà aggettivali. In (12) il secondo participio nominalizzato è modificato da un avverbio anziché da un aggettivo:
(12) ciascuna delle ragazze vedeva il segno di un rispetto che la induceva a credersi lei l’eletta, e la veramente amata (Pratolini 1988: 60).
Beccaria, Cesare (2010), Dei delitti e delle pene, introduzione e note di G. Armani, Milano, Garzanti.
Calvino, Italo (1993), Fiabe italiane. Raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti, Milano, Mondadori, 3 voll., vol 1°.
Fo, Dario (2008), Sotto paga! Non si paga! Commedia in due atti, a cura di F. Rame, Torino, Einaudi.
Goldoni, Carlo (1965), La locandiera, note di G. Davico Bonino, Torino, Einaudi.
Manzoni, Alessandro (1987), I promessi sposi, a cura di T. Di Salvo, Bologna, Zanichelli.
Petrarca, Francesco (1974), Canzoniere, introduzione e note di P. Cudini, Milano, Garzanti.
Pratolini, Vasco (1988), Le ragazze di Sanfrediano, Milano, Mondadori (1a ed., Firenze, Vallecchi, 1952).
Tasso, Torquato (1974), La Gerusalemme liberata, introduzione, note e commenti di M. Guglielminetti, Milano, Garzanti, 2 voll.
Regula, Moritz & Jernej, Josip (19752), Grammatica italiana descrittiva su basi storiche e psicologiche, Bern, Francke (1a ed. 1965).
Serianni, Luca (1989), Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria. Suoni, forme, costrutti, con la collaborazione di A. Castelvecchi, Torino, UTET.