MILANO, Agesilao
Nacque il 12 luglio 1830 da famiglia di piccoli possidenti italo-albanesi in S. Benedetto Ullano (Cosenza) e studiò per cinque anni nel collegio italo-albanese di S. Demetrio Corone. Nel 1848 partecipò all'insurrezione calabrese, battendosi con le truppe regie a Spezzano Albanese. Più tardi, recatosi a Cosenza, vi ottenne un modesto impiego presso il fornitore delle carceri. Ivi cadde in sospetto di essere un cospiratore e venne sottoposto a procedimento penale, ma fu assolto. Nel corso del 1852 pensò di farsi frate domenicano. Quattro anni dopo, essendo stato il fratello Ambrogio sorteggiato nella leva, Agesilao lo sostituì e fu arruolato nel 3° Cacciatori.
Che all'atto dell'arruolamento egli avesse concepito il proposito di uccidere Ferdinando II e che tale proposito fosse già allora concreto e di prossima esecuzione è improbabile; certo è però che il M., andando a Napoli e abbracciando la vita militare, non pensava di starsene inerte. Fu in contatto con Antonio Nociti, col Falcone, che poi seguì il Pisacane, e con altri giovani conterranei amanti della libertà e pronti a operare e a sacrificarsi per essa. Si formò così in lui il proposito del regicidio.
L'8 dicembre dello stesso anno 1856, mentre in piazza d'armi avveniva la sfilata, il M., uscito dalle file, tentò, servendosi della baionetta, di colpire al petto il re, che assisteva allo sfilamento. Il colpo vibrato dal soldato fece impennare il cavallo, e il movimento produsse la deviazione dell'arma, che sfiorò il fianco sinistro del sovrano. Tentò il M. di inferire un secondo colpo, ma il tenente colonnello Francesco de La Tour gli fu addosso e lo atterrò. Arrestato e processato, fu condannato a morte, e venne impiccato il 13 dicembre.
Bibl.: M. D'Ayala, Vita di A. M., premessa ai Canti inediti di Giuseppe Sesto-Giannini, Napoli 1860; R. De Cesare, La fine di un regno, Città di Castello 1909, 3ª ediz.