APARI (Apary), Agatino
Barone catanese, risulta autore di un Mémoire de l'état politique de la Sicile présenté au roi Victor Amedée..,pubblicato "d'après un manuscrit authentique" in appendice alla Description de l'isle de Sicile et de ses côtes maritimes, avec les plans de toutes ses forteresses...,Amsterdam 1734, di P. del Callejo y Angulo.
Nella dedicatoria al re l'A. si qualifica come catanese, dottore in legge e "ci-devant Avocat dans toutes les cours souveraines, et tous les conseils du roi d'Espagne", e assicura di essere bene addentro nell'amministrazione della giustizia e di avere servito da lungo tempo il principe di Carignano, "sous les ordres de Mr. Picon, comte de la Perouse". A queste poche notizie, non documentabili allo stato attuale delle ricerche, possono aggiungersi solo quelle, altrettanto incerte, date dallo Scinà, secondo il quale l'A., dopo avere viaggiato a lungo, entrò al servizio di Vittorio Amedeo che seguì in Sicilia nel 1713, morendo quindi nel 1737.
La memoria dell'A. (tradotta in italiano e ripubblicata da A. Amore in Riv. europea, n. s.,XII[1881], XXV, pp. 70-81,157-176 , e poi ancora in Arch. stor. per la Sicilia orientale, XII[1915],pp. 46-73) è uno degli ultimi esempi di quella letteratura di consigli politici di antica tradizione italiana, che al suo tramonto tentò di rinnovarsi alternando ai vecchi dettami della Ragion di stato le nuove sollecitazioni della Ragion di commercio.
Fornito di una buona conoscenza della vita politica e amministrativa della Sicilia, l'A. ne sottolinea con indubbia acutezza alcune delle piaghe più puruiente, non senza un singolare accento vivacemente polemico nei confronti del passato governo spagnolo che tradisce, a parte il comprensibile desiderio di ingraziarsi il nuovo padrone spregiando il vecchio, l'astio antispagnolo ancora vivo, dopo il fallimento della rivolta di Messina del 1674-78,in certi ambienti della Sicilia orientale.
Le proposte di riforme suggerite dall'A. al re per "procurer la félicité de ses peuples", meritarono l'attenzione del governo piemontese, ed appaiono ispirate da una notevole infarinatura delle dottrine mercantilistiche allora in voga e da una certa esperienza delle cose francesi. Acceso regalista, con punte abbastanza polemiche nei confronti del baronaggio e particolarmente del clero, l'A. però non manca di mostrare il consueto ossequio verso i miti della tradizione autonomistica siciliana.
Di un certo interesse è anche l'altro scritto politico dell'A., rimasto inedito e conservato nell'Archivio di Stato di Torino (Sicilia, Inv. I, Cat. I, Mazzo 7.0 n. 55) col titolo Remarques touchant le Royaume de Naples e la data del 1713.
L'A., che si dichiara "versé dans les histoires et dans la politique", vi propone tutta una serie di accorgimenti politici atti ad acquistare a Vittorio Amedeo anche il Regno di Napoli. Lo scritto, ancor più decisamente del primo nella linea della tradizione dei consigli politici, non ha tanto interesse per le concrete proposte dell'A., che si basano su una conoscenza della situazione napoletana piuttosto incerta e superficiale (ma neanche qui mancano osservazioni acute e sensate) e nascono essenzialmente dal proposito di magnificare agli occhi del nuovo sovrano l'importanza della Sicilia anche ai fini di una politica espansionistica sabauda nell'Italia meridionale (i riferimenti ai precedenti storici di re di Sicilia divenuti poi, partendo da questa base, anche re di Napoli sono insistenti), quanto piuttosto per la più franca affermazione della funzione storica dell'assolutismo monarchico nella lotta contro il privilegio. Il modello è anche qui la Francia di Luigi XIV: "le Roy tres chrestien n'a esté tranquille en ses Etats, que depuis avoir aneanti tous les privileges, et c'est qui l'a rendu le Maitre absolu, et que tout dépend de luy. Ainsi lors qll'il ri'y a point de privileges dans un Etat, le Roy sera plus tranquille, la Noblesse plus soúmis, et les Peuples plus heureux. Un Roy, une foy, et une Loy".
Bibl.: D. Scinà, Prospetto della storia letteraria di Sicilia nel sec. decimottavo, I, Palermo 1824, p. 283.