AGATHON (᾿Αγαϑων)
2°. - Architetto greco, figlio di Neoteles, successore di Xenodoros nei lavori del tempio di Apollo in Delfi. Sotto la direzione di A. fu completata la ricostruzione del tempio, distrutto nel 373 a. C. La famiglia di A costituì una vera e propria dinastia di architetti in cui si perpetuò la carica di architetto del tempio (v. Agasikrates e Agathokles i°). A. era forse originario di Thuri, città per cui ottenne il rinnovo della promanteia (Bull. Corr. Hell., xx, 1896, 679; Dittenberger, Sylloge2, 92; Gr. Dialektinschrzften, ii, 845, 2676). In un decreto degli hieromnèmones del 230-228 (Dittenberger, Sylloge2, 248; Gr. Dialektinschriften, ii, 699, 2522, cfr. Pomtow, Pauly-Wissowa, iv, c. 2627, 38) sono ricordati i meriti di A., ἀρχιτέκτων τοῦ ξαοῦ, e riconosciuti i suoi diritti ai discendenti.
Il tempio di Apollo, costruito fra il 360 e 330 a. C., era un perittero dorico di 6 × 15 colonne (m 23 × 50), eretto su di un alto basamento al margine del quale correva la Via Sacra. La cella aveva tre navate divise da dieci colonne; seguiva l'àdyton in cui era il tripode pitico. Del tempio resta il basamento, ma non vi sono elementi sufficienti per una completa ricostruzione.
Bibl: E. Fabricius, in Pauly-Wissowa, Suppl. I, 1903, c. 24, s. v.; T. Homolle, in Bull. Corr. Hell., XX, 1896, pp. 677-701; 1902, p. 22 ss.; H. Pomtow, in Arch. Anz., 1897, p. 83; E. Reisch, in Oesterr. Jahreshefte, V, 1906, p. 199; H. Thiersch, in Thieme-Becker, I, p. 115, s. v.; H. Dinsmoor, Ancient Greek Architecture, Oxford 1951, p. 217.