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AGATHODAIMON

di G. Bermond Montanari - Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)
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AGATHODAIMON (᾿Αγαϑοδαίμων e 'Αγαϑὸς δαίμων)

G. Bermond Montanari

Termine generico per designare una divinità salutare (es. Zeus, Asklepios ecc.); era una denominazione che poteva spettare ad ogni δαίμων benevolo e che spesso era dato in segno d'onore anche agli uomini (Alessandro, Nerone), in vita o dopo morte. Sappiamo che i Greci alla fine del banchetto bevevano vino pretto, con l'acclamazione all'A. (᾿αγαϑοῦ δαίμονος); era quindi una formula per bere, che poteva valere per ogni divinità. È per i Greci un dio di età tarda e rimase sempre un'astrazione, raffigurata spesso come allegoria, con attributi di una divinità protettrice della casa, della campagna, dello stato. Ha la stessa origine dell'Agathè Tyche, alla quale è spesso associato. Il serpente, che presso i Greci era considerato genio tutelare della casa, è spesso identificato con l'A., che è anche raffigurato perciò come serpente, specie ad Alessandria. Dai Romani è identificato con il Bonus Eventus.

Come dio della casa gli sono dedicati alcuni altari domestici trovati a Tera. Come divinità domestica era raffigurato spesso nell'aspetto di Zeus: su un rilievo di Tespie, A. è rappresentato con il torso ignudo, seduto su un trono sotto cui è un'aquila; di fronte a lui sono un dedicante e tre donne. In rilievi votivi da Epidauro e, secondo le fonti, nella statua di Euphranor (Plin., Nat. hist., xxxiv, 77), A. è raffigurato con la patera o il corno dell'abbondanza nella sinistra e spighe e papavero nella destra. Appare raffigurato così in dipinti funerari da Kerč e su alcune gemme.

Sul Campidoglio le statue di Prassitele, raffiguranti il Bonus Eventus e la Bona Fortuna, dovevano essere in origine le statue dell'A. e dell'Agathè Tyche (Plin., Nat. hist., xxxvi, 23). Come serpente è rappresentato relativamente tardi. Da una casa privata di Delo abbiamo un rilievo raffigurante un naìskos, in cui un serpente dalla testa barbata riposa su un cuscino; ai lati, a sinistra è una donna con polos, cornucopia, oinochòe; a destra è un uomo barbato, con polos, cornucopia, patera. Ouesti due personaggi sono stati identificati con l'A. e l'Agathè Tyche ai lati del grande serpente sacro. Il serpente appare spesso in pitture e in rilievi in case romane: varî esempî si hanno nei lararî a Pompei e a Ostia.

Monumenti considerati. - Rilievo da Tespie: Athen. Mitt., xv°, 1891; M. Nusson, Gesch. gr. Rehgion, p. 193, fig. 1; rilievo da Delo: M. Bulard, in Buli. Corr. Hell., xxxi, 1907, p. 525 ss.; (cfr. A. Botti, Catalogue du Musée grecoromaine d'Alexandrie, sala III, n. 35 e 36; H. Thiersch, Zwei antike Grabaniagen bei Alexandreia, pp. 16-17); Ch. Picard, in Bull. Corr. Hell., lxviii-lxix, 1944-45, pp. 240-270); dipinti da Kerč: S. Reinach, Rép. Peint., p. 402, 1, 3; gemme: A. Furtwängler, Gemmen, tav. xxxix, 14; tav. xliv, 69, 71.

Bibl: L. Preller, Griechische Mythologie, I, 421 ss.; E. Gerhard, A. u. Bona Dea, in Abh. d. Berl. Akad., 1847; id., Griechische Mythologie, I, p. 156 s.; W. H. Roscher, in Roscher, I, cc. 98-99, s. v., n. 1; K. Wernicke, in Pauly-Wissowa, I, cc. 746-747, s. v.; J. Fischer, in Pauly-Wissowa, Suppl. III, 1918, cc. 37-59, s. v., n. 1; O. Jakgson, Daimon och A.D., Diss., Lund 1925; R. Ganszyniec, De Agthodaemone, in Travaux de la société des sciences de Varsovie, II kl., n. 17, 1919; M. Nilsson, Geschichte der griechischen Religion, II, Monaco 1950, p. 193, p. 200 ss.

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