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AGATANGELO

di Ubaldo Faldati - Enciclopedia Italiana (1929)
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AGATANGELO (Agathangelos)

Ubaldo Faldati

Storico armeno del IV secolo, romano di nazione, conoscitore, oltre che dell'armeno, di lettere greche e latine; scrisse per incarico del re Tiridate (Trdat, Trdatēs o Trdatios), di cui era segretario, una Storia del re Tiridate e di S. Gregorio l'Illuminatore e della conversione dell'Armenia al Cristianesimo. Si hanno tre versioni di quest'opera: una armena, una greca e una araba (pubblicata dal Marr). La versione greca è stata fatta su un originale armeno, che Agatangelo scrisse in caratteri greci, giacché l'alfabeto armeno venne inventato solo nel sec. V. L'opera di Agatangelo è già nota agli storici armeni del sec. V: ad esempio, a Lazzaro Farpense, che ricorda "il beato uomo di Dio Agatangelo" (eraneli ayrn Astucoy Agathangelos), storico veritiero (patmeac stugiw "narrò veracemente"). Essa è divisa in tre parti: nella prima parte è narrata la storia di Tiridate e di S. Gregorio; nella seconda è esposta la dottrina di S. Gregorio (Vardapetuthiwn Srboyn Grigori); nella terza si fa]ä storia della conversione dell'Armenia al cristianesimo. Nonostante le alterazioni subìte dal testo e l'abbondanza degli elementi evidentemente leggendarî, l'opera di Agatangelo occupa un posto eminente nella storia della letteratura armena, e i discorsi e le preghiere che Agatangelo fa pronunziare all'Illuminatore costituiscono certamente alcune delle più belle, eloquenti e ispirate pagine della prosa classica armena. Negli Acta Sanctorum dei Bollandisti (ed. Palmé, 1865, Septembris, VIII, p. 320 segg.), è stato pubblicato dal p. Giovanni Stilting il testo della versione greca, tratto da un antico manoscritto di Firenze, preceduto da una dotta prefazione e accompagnato da note e da una traduzione in latino. Il testo greco venne usato da Simeone Logoteta (il Metafraste) nella compilazione degli Atti di S. Gregorio l'Illuminatore (Migne, Patrologia gr., CXV, coll. 943-996)

Una traduzione francese del testo armeno è stata pubblicata da Victor Langlois nella sua Collectioit des historiens anciens et modernes de l'Armenie (Parigi 1867, ma ristampato nel 1880, I, pp. 99-194), insieme con la versione greca e la traduzione latina, secondo il testo dello Stilting. Nei Zapiski editi dal von Rosen (Pietroburgo 1905, XVI, pp. 66-211) Nicola Marr ha pubblicato una versione araba di un testo di Agatangelo, che risalirebbe al V o al VI secolo. La versione araba è accompagnata da una traduzione e da note in russo.

Il testo armeno, stampato per la prima volta a Costantinopoli nel 1759, è stato pubblicato dai Mechitaristi di S. Lazzaro (1835 e 1862); più recentemente ne è stata pubblicata un'edizione a Tiflis (1882). Oltre al testo armeno, i Mechitaristi di S. Lazzaro ne hanno pubblicato una versione italiana con note "riveduta quanto allo stile da N. Tommasèo" (Venezia 1843). Questa versione (nella quale non è compresa la parte dottrinale) unisce ai pregi della fedeltà e dell'esattezza quelli dalla vigorosa, lucida e stringata eloquenza dello stile del grande Dalmata.

Bibl.: Oltre ai testi già citati, si possono consultare: Agathangelus di A. von Gutschmid (Zeitschr. der Deutschen morgenl. Gesell., XXI, 1877, pp. 1-60, monografia poi ristampata nei Kleine Schriften di A. v. G., Lipsia 1892, III, p. 339 segg.); P. de Lagarde, Agathangelos, Gottinga 1887; P. Basilio Sargisean, Agatangelo e il suo secolare mistero, Venezia 1890 (studio critico, in armeno, sulla storia e sulle fonti di A.); A. Meillet, Remarques sur le texte de l'historien arménien Agathange, in Journal asiat., Parigi 1910, s. 10ª, XVI, p. 457 segg.; e inoltre A. Ter Mikelian, Die armenische Kirche in ihren Beziehungen zur byzantinischen vom IV bis XIII Jahrh., Lipsia 1892. Sulla conversione dell'Armenia al cristianesimo: P. M. Samueljan, Bekehrung Armeniens durch den hl. Gregor Illuminator nach national-historischen Quellen, Vienna 1844, e F. Tournebize, Histoire politique et religieuse de l'Arménie, passim (pubbl. in Revue de l'Orient chrétien, 1902-1905, e poi in volume, Parigi s. a.).

Vedi anche
Alessandro III re di Macedonia Re di Macedonia (Pella 356 - Babilonia 323 a.C.), figlio di Filippo II, fondatore della potenza macedone, e di Olimpiade, figlia di Neottolemo re d'Epiro. Una delle maggiori figure della storia, dominò la Grecia, culla della civiltà occidentale, e fu abile stratega e conquistatore. Denominato Magno in ... Parti (ant. persiano Parthava) Antica popolazione iranica, di origine probabilmente nomade, stanziatasi dal 3° sec. a.C. in una regione dell’altopiano iranico fra l’Elburz e l’Amudar’ja (ant. Oxus), il Caspio e il deserto centrale, che da essa prese il nome di Partia. Grazie a una politica aggressiva, nel ... principato Il governo esercitato da un principe; il territorio soggetto alla giurisdizione di un principe o di un sovrano assoluto. Il p. dell’antica Roma Con riferimento all’esperienza giuridico-politica di Roma antica, il termine p. indica la prima fase dell’età imperiale, sorta dal compromesso che, alla fine ... Costantinopoli (gr. Κωνσταντινούπολις) Città fondata dall’imperatore Costantino sul luogo dell’antica Bisanzio nel 330. Capitale dell’Impero bizantino fino al 1453 quando fu conquistata dai Turchi; da allora prevalse il nome İstanbul (➔). religione Editto di C. Emanato da Teodosio I l’8 novembre 392, mirava alla completa ...
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    Nome assunto dall'autore della storia di Gregorio Illuminatore e della conversione dell'Armenia al Cristianesimo. Il testo della storia è pervenuto in diverse redazioni greche, oltre che in copto, siriaco, georgiano e arabo; ma tutte presuppongono, come sembra, un originale armeno scritto attorno al ...
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