AGAMENNONE (᾿Αγαμέμνων)
Eroe greco, uno degli Atrìdi. Fu il capo supremo dei Greci all'assedio di Troia.
Considerato talvolta come una divinità connessa con Zeus; a prova di una fase primitiva di culto aniconico viene citata una notizia di Pausania, secondo la quale lo scettro di questo monarca si venerava a Cheronea (Paus., xi, 40, 11), ma, tenendo conto delle localizzazioni di culto documentate dalle fonti, è stata avanzata una diversa ipotesi, che cioè il culto di A. sarebbe sorto a Sparta soltanto nel VI sec. a. C. al tempo della egemonia di questa città; oggi è noto anche l'Agamennonèion di Micene che risale all'VIII sec. a. C.; inoltre conosciamo anche un culto eroico degli Atridi a Taranto, connesso ovviamente con l'epos omerico. Dovettero comunque esistere statue di A. in quanto oggetto di venerazione, ed una di esse fu forse quella che Pausania (iii, 19, 6) ricorda ad Amicle.
A. ebbe soprattutto grande parte nella saga troiana e negli episodi mitici ad essa collegati, e poiché questi fornirono vasta materia alle arti figurative, è qui che troviamo a preferenza scene delle quali l'Atride è il protagonista, mentre, altre volte, per la sua qualità di capo egli figura anche in episodi di diverso argomento: è da notare che tali rappresentazioni seguono lo sviluppo del mito sia nella redazione con la quale questo si presenta nei poemi omerici, sia negli ampliamenti e nelle varianti che troviamo nella mitografia e nella poesia dopo Omero. Sull'Arca di Cipselo figurava la lotta di A. contro Koon sul cadavere di Ifidamante (Paus., v, 19, 4), secondo la narrazione dell'Iliade (xi, 221, ss.); nel gruppo degli Achei che combatterono con Ettore a Troia, gruppo che si trovava ad Olimpia ed era opera di Onatas, solo la statua di A. portava il nome inscritto (Paus., v, 25, 9); sulla base della Nemesi di Ramnunte A. era rappresentato tra gli altri congiunti di Elena (Paus., i, 33, 8). Polignoto raffigurò due volte A. nella Lesche a Delfi, prima con Menelao, nella scena dell'Iliupersis (Paus., x, 26, 3) e poi nella Neköia, in atto di appoggiarsi al lungo scettro e con un rhabdos tra le mani (Paus., x, 30, 3). Famoso era infine un quadro di Timanthes col sacrificio di Ifigenia; secondo una descrizione, il pittore, poiché aveva esaurito negli altri personaggi ogni capacità espressiva per indicare la loro tristezza, pensò di velare il volto di A. non potendolo raffigurare in modo adeguato (Overbeck, Schrziftq., 1374 ss.). Un tale espediente entrò nel topos retorico; inoltre da un passo di Quintiliano (ii, 13, 12) si può dedurre che lo stesso soggetto venne trattato anche dal pittore Kolotes di Teo (principio del IV sec. a. C.). Derivazione dal quadro di Timanthes è considerata, con buone probabilità, una nota pittura pompeiana, mentre uguale tema, ma con schema diverso, si ritrova su di un'ara degli Uffizi e su una "coppa omerica". Vi sono stati dunque valenti artisti che hanno avuto occasione di rappresentare la figura di A., ma non sappiamo, salvo forse nel caso di Timanthes, come essi abbiano risolto il problema iconografico.
Passando quindi ai monumenti figurati superstiti, troviamo che in questi A. si presenta di regola barbato, con portamento nobile e munito di scettro: è in fondo un tipo generico di basilèus, mentre nei poemi omerici la sua personalità appare invero meglio caratterizzata. Anche l'esame degli schemi compositivi dei vari episodi non porta a concreti risultati dal punto di vista dell'iconografia. La materia mitica vi è variamente atteggiata ed illustrata ed è da notare come essa abbia sollecitato, con particolare frequenza, anche l'interesse degli artisti in Etruria, oltre che, ovviamente, dei Greci. Conviene dunque menzionare gli esempi migliori e più sicuri. In un rilievo arcaico di Samotracia è A. in trono e dietro di lui Epeios e l'araldo Talthybios (Museo del Louvre). Tra le varie scene delle Tabulae Iliacae naturalmente s'incontra spesso A. e così nell'Iliade della Biblioteca Ambrosiana di Milano. In un mosaico di Treviri è raffigurato A. vicino all'uovo di Leda, da cui nasce Elena; la figura di A. ritorna sui sarcofagi romani che rappresentano il mito di Achille a Sciro. La narrazione del mito di Telefo, nel fregio dell'altare di Pergamo, porge l'occasione di raffigurare più volte A. (lotta con Telefo, guarigione di Telefo): lo stesso si ritrova sui monumenti minori e secondo differenti versioni (vasi dipinti a figure rosse, specchio ed urna etruschi). Anche nell'episodio di Filottete ferito è talora raffigurato A. (stamnos a figure rosse). La contesa di A. con Achille appare in pitture pompeiane, mentre una kotöle di Hieron presenta A. che porta via con sé Briseide. Nella tazza di Euphronios con la Doloneia è anche A., su altri vasi, forse, è dipinta la scena della restituzione di Briseide. Inoltre sono da ricordare: A. presso il rogo di Patroclo (sarcofago di Tarquinia, pittura della Tomba François); A. arbitro nella contesa per le armi di Achille (coppa di Brygos, rilievo Pacca); A. che interviene come paciere tra Ulisse e Diomede (coppa di Hieron), e che quindi riceve il Palladio (specchio etrusco). Infine la morte di A. è raffigurata sopra urne etrusche e lo spettro di A. è graffito su di uno specchio etrusco.
Monumenti considerati. - Rilievo da Samotracia: Clarac, Musée de la sculpture, ii, 116, 238. Sarcofago romano con Achille a Sciro: C. Robert, Sarcophagrel., ii, 22. Vaso di Hieron: I. D. Beazley, Red-fig., p. 301, n. 2. Stamnos con Filottete: Mon. d. Inst., vi, 8; I. D. Beazley, Red-fig., p. 318, n. 17. Tazza di Euphronios: J. D. Beazley, Red.fig., p. 215, n. 27. Sarcofago di Tarquinia: Bull. d. Inst., 1877, p. 101. Coppa di Brygos: J. D. Beazley, Red-fig., p. 246; Wiener Vorlegebl., vi, 2. Coppa di Hieron: J. D. Beazley, Red-fig., p. 302, n. 11. Rilievo Pacca: Mon. d. Inst., II, p. 21. Urne etrusche con la morte di A.: H. B. Brunn, Urne etrusche, 1, Roma 1870, p. 90 ss. Specchio etrusco: E. Gerhard, Etr. Spiegel, Berlino 1884-97, n. 18o.
Bibl: A. Furtwängler, in Roscher, I, c. 90 s.; K. Wernicke, in Pauly-Wissowa, I, c. 721; E. Michon, in Dict. Ant., III, c. 372 ss., Iliacae Tabulae; G. Pasquali, in Enc. Ital., I, p. 831 ss.; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, XI, c. 1124, s. v. Kolotes; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, IV A, c. 1886 ss., s. v. Tabula Iliaca; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, VI A, c. 1231, s. v. Timanthes; H. von Petrikovitz, in Fasti Arch., V, 1952, 5712.