AGALASSIA (dal gr. ἀ privativo e γάλα "latte"; fr. agalactie; sp. agalactia; ted. Agalaktie; ingl. agalactia)
L'incapacità secretrice della ghiandola mammaria è una condizione patologica che deve essere riconnessa, nel maggior numero dei casi, ad un'alterazione dell'equilibrio ormonico esistente tra quest'organo e l'apparato genitale femminile (ovaio, corpo luteo, placenta). Già lo sviluppo ed il funzionamento della mammella, che ricevono gl'impulsi più attivi dalle diverse fasi dell'attività genitale (pubertà, mestruazioni, concezione) sono profondamente alterati nelle donne giovani in seguito ad asportazione chirurgica dell'ovaio o ad atrofia di questo, congenita o acquisita.
La mammella non subisce l'accrescimento di volume che ne è la preparazione funzionale indispensabile, mancando la spinta puberale. D'altro lato esiste uno stato di agalassia, assai raro invero, in donne a normale funzionalità sessuale, nelle quali dopo il parto non si verifica il fenomeno della montata lattea. In questo caso non è verosimilmente uno squilibrio ormonico in atto, in quanto gli ormoni galattogoghi, di origine fetale e placentare, sono stati messi in circolo normalmente durante la gravidanza, ma trattasi di una incapacità funzionale derivante da deficienza anatomica, da ipotrofia più o meno grave od atrofia del parenchima ghiandolare, o da stati di anemia e deperimento organico.
Agalassia può riscontrarsi nelle varie sindromi endocrine dove appare più o meno profondamente leso l'apparato genitale e particolarmente nell'ipotiroidismo (mixedema), nell'iperpituitarismo (sindrome adiposo-genitale di Fröhlich, acromegalia) e in varie sindromi d'insufficienza plurighiandolare.
Il trattamento è opoterapico quando si tratta di agalassia ormonica; se invece l'agalassia è acquisita, dipendente cioè da un forte deperimento organico, la terapia consisterà nella nutrizione adatta e nella somministrazione di ricostituenti.
Agalassia contagiosa. - Malattia delle pecore e delle capre, popolarmente conosciuta col nome di asciuttarella, cecarella, stornarella, mal del sito, a seconda delle lesioni che colpiscono l'animale. S'inizia con febbre alta, alla quale segue mastite nelle femmine ed orchite nei maschi. Come complicazioni secondarie si hanno poliartriti e cheratiti. Le mammelle si presentano tumefatte e talvolta invece avvizzite, lasciando in questo caso fuoruscire dai capezzoli un liquido sanioso, giallastro, misto a siero e a grumi. Poi le ghiandole si atrofizzano e non dànno più latte, specie se il processo morboso è stato lungo e grave; in tal caso gli animali debbono essere mattati. Le artriti si localizzano di preferenza al carpo ed al tarso; la cornea s'intorbida, si esulcera, onde i soggetti possono rimanere ciechi, in seguito a complicazioni di iridocoroidite. La malattia, dovuta ad un virus filtrabile, avviene per contagio nei pascoli ed anche può essere provocata dalle stesse mani infette dei pastori durante la mungitura. Si previene inibendo il pascolo nelle località dove si è manifestata di recente con l'isolamento ed il sequestro dei greggi ammalati o sospetti, obbligando i pastori a lavarsi prima di mungere. Si curano localmente le lesioni; si è tentata con qualche successo la sierovaccinazione e specialmente l'autovaccinazione.