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Afrigidi

di A. Santoro - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1991)
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Afrigidi

A. Santoro

Con questo nome, derivato da quello del mitico fondatore Afrīgh, viene indicata da Tolstov (1948a) la dinastia che fra i secc. 4° e 9° d.C. regnò nel Khwārazm (trascrizione araba del gr. classico Χοϱασμία; lat. Chorasmia), una regione situata nell'od. Uzbekistan (U.R.S.S.) e approssimativamente corrispondente al basso bacino dell'Āmū-dāryā (antico Oxus) e al bacino intorno al Sīr-dāryā (antico Iassarte).

La denominazione di Tolstov si basa, sostanzialmente, sulla testimonianza del grande storico e astronomo chorasmico al-Bīrūnī (973-1050 ca.) che, nell'opera al-Āthār al-bāqiya, racconta come nell'anno 616 dell'era di Alessandro Magno (304-305 d.C.) il tiranno Afrīgh, salito al potere nel Khwārazm, costruì il suo castello nella fortezza di Alfīr e diede origine a una nuova 'era chorasmica' destinata a durare fino alla conquista araba, avvenuta nel 712 a opera del generale Qutayba. Nel testo viene inoltre fornito l'elenco dettagliato dei sovrani di questa dinastia.

Grazie a una serie di campagne di scavo (iniziate nel 1937) Tolstov riuscì a ricostruire la civiltà del Khwārazm a partire dal periodo neolitico. In particolare, per il periodo storico che qui interessa, egli constatò come, a partire dal sec. 4°, nella regione si verificarono profondi cambiamenti sociali, culturali ed economici, evidenti nella progressiva riduzione dell'antico sistema di canalizzazione, nel declino delle strutture urbane - fino allora rigogliose -, nella diffusione sempre più ampia di 'castelli-fortezza' che, con il loro sviluppo difensivo, denunciano una situazione politica di crisi e di instabilità. Alla scoperta di siti come Chilpyk, Barkut-kala, Tešik-kala, Kum Baškan-kala, si accompagnarono ricchi ritrovamenti di monete, per lo più in bronzo, caratterizzate sul dritto dal ritratto del sovrano e sul rovescio dalla figura di un cavaliere, dall'antico tamga (emblema) Siyavušide e da legende in alfabeto chorasmico, una delle quali, 'pwrg MLK', venne da Tolstov letta come 're Afrīgh' (di parere contrario Henning, 1958, p. 57). Comparando i dati archeologici e le indicazioni di al-Bīrūnī lo studioso propose una ricostruzione non solo della cultura, ma anche della storia vera e propria del Khwārazm fra i secc. 4° e 8°, periodo che denominò appunto afrigide.

Se dal punto di vista della cultura materiale gli studi di Tolstov costituiscono tuttora un riferimento fondamentale, non si può dire altrettanto per quel che riguarda la sua ricostruzione storica.Studi recenti del materiale numismatico (Vajnberg, 1977) hanno sottolineato la mancanza di una corrispondenza precisa fra i dati delle monete e la lista dei sovrani afrigidi, dell'Āthār al-bāqiya, né vi è accordo pieno fra gli studiosi sull'esistenza di uno stato chorasmico indipendente in questo periodo.Per quel che riguarda poi la c.d. 'era di Afrīgh', il problema è ancora più complicato. Tutta una serie di documenti chorasmici (tavolette lignee e frammenti in cuoio da Toprak-kala, osteoteche di Tok-kala, iscrizioni su vasellame argenteo) sono datati secondo un'era sconosciuta, con numeri che vanno dal 207 al 753. Quest'ultima data è attestata nella necropoli di Tok-kala, violentemente distrutta da una guerra nella quale, con ogni verosimiglianza, è da riconoscere la campagna di Qutayba del 712 (Gibb, 1923; Henning, 1965). È chiaro quindi come l'anno 753 debba essere anteriore al 712. Diviene così del tutto impossibile accettare come data di inizio dell'era chorasmica il 304-305 d.C., ricavato dalla testimonianza di alBīrūnī. I documenti citati provano incontestabilmente l'esistenza di un'era 'indigena', il cui inizio andrebbe però arretrato alla seconda metà del sec. 1° a.C. (Henning, 1965) o alla prima metà del sec. 1° d.C. (Vajnberg, 1977) e la cui nascita fu dovuta a qualche evento, a noi ignoto, della storia politica interna del Khwārazm.

Da ciò che è stato detto emerge con chiarezza come, allo stato attuale delle conoscenze, sia assai difficile ricostruire in modo convincente la storia della Chorasmia per il periodo che va dalla caduta dell'impero dei Kusāna all'affermazione della potenza araba. Ormai gli studiosi preferiscono parlare della c.d. 'dinastia afrigide', riservando il termine 'periodo afrigide' per indicare la specifica facies culturale della civiltà chorasmica fra i secc. 4° e 8° dell'era volgare.

Bibliografia

al-Bīrūnī, The Chronology of Ancient Nations (al-Āthār al-bāqiya), a cura di C.E. Sachau, London 1879.

H.A.R. Gibb, The Arab Conquest of Central Asia, London 1923.

S.P. Tolstov, Drevnij Horezm [L'antico Khwārazm], Moskva 1948a.

Id., Po sledam drevnehorezmijckoj Civilizacii [Sulle tracce dell'antica civiltà chorasmica], Moskva-Leningrad 1948b.

W.B. Henning, Mitteliranisch, in Iranistik: Linguistik, Leiden-Köln 1958, pp. 20-130.

S.P. Tolstov, Po drevnim del'tam Oksa i Jaksarta [Lungo l'antico delta dell'Oxus e dello Iassarte], Moskva 1962.

S.P. Tolstov, V.A. Livšic, Decipherment and interpretation of the Khwarezmian inscriptions from Tok-kala, AAASHung 12, 1964, pp. 231-251.

W.B. Henning, The Choresmian documents, Asia Major, n.s., 11,1965, 2, pp. 166-179.

A.V. Gudkova, V.A. Livšic, Novye horezmijskie nadpisi iz nekopolja Tokkaly i problema 'Horezmijskij ery' [Le nuove iscrizioni chorasmiche dalla necropoli di Tok-kala e il problema dell''era chorasmica'], Vestnik Karakalpakskogo Filiala Akademii Nauk Uzbekskoj SSR 1, 27, 1967, pp. 3-19.

V.A. Livšic, Horezmijskij kalandar' i ery drevnego Horezma [Il calendario chorasmico e l'era del Khwārazm antico], Palestinskij Sbornik 21, 1970, pp. 161-169.

R. Badū Zip, The Arabs in Central Asia, London 1970.

B.I. Vajnberg, Monety drevnego Horezma [Le monete del Khwārazm antico], Moskva 1977.

C.E. Bosworth, s.v. Āl- e Afrīg, in Enc. Iran., I, 1985, pp. 743-745.

V.N. Jagobin, A.B. Nikitin, G.A. Koselenko, Horezm, in Drevnejšie gosudarstva Kavkaza i Srednej Azii [Gli stati più antichi del Caucaso e dell'Asia Media], Moskva 1985.

Vedi anche
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