AFRAGOLA (A. T., 273-228-29)
Comune della provincia di Napoli. L'Afragola (= la o alla, col nome della nota pianta) continuò a indicare il luogo anche quando l'abitato, sviluppandosi, divenne città: ma tale origine quasi non si riconosce per l'accento mutato (la parola ora è piana). Se non per territorio, per popolazione, concentrata quasi tutta nel capoluogo, è il più importante dei numerosi comuni e abitati che a nord della metropoli, a brevissima distanza fra loro, costituiscono quasi una seconda Napoli, o meglio la parte più ricca della grande Napoli. I cittadini si svincolarono dalla soggezione feudale, con denaro proprio, nel 1630. Il comune, in pianura, in continuo se non rapido sviluppo, ha 23.691 abitanti. In quasi un cinquantennio la popolazione è aumentata di circa un quarto; nel 1881 era di 19.419 ab., ma nel 1911 era già di 23.156. Salubre il clima; scarsa la mortalità (nel triennio 1922-24 in media su 1032 nati vivi 597 morti). Ha due frazioni con popolazione minima rispetto al capoluogo. Poco diffusa l'istruzione rispetto alla regione (il 50% di analfabeti; in Campania il 41% nel 1921). Dal suo territorio (ettari 1933), tutto produttivo e assai fertile, ricava cereali, ortaggi, frutta, uve, canapa e lino eccellente. Ha anche una fabbrica di cappelli. Il suo castello (dell'ultimo periodo angoino) è ora ridotto ad orfanotrofio.