AFORISMO
(o, meno correttamente, aforisma; gr. ἀϕορισμός, da ἀϕαρίζειν "determinare, definire"). Breve massima, riassumente in modo chiaro e suggestivo il risultato di precedenti ricerche o meditazioni, e perciò nettamente distinta dall'"assioma, che a quelle vien posto invece a fondamento. Il primo e più noto autore di aforismi fu il medico greco Ippocrate (v.). Col titolo di Aforismi fino alla fine del'700 infatti venne indicata l'opera più importante della scuola ippocratica, fino al Rinascimento considerata testo canonico degli studî medici. Spesso con questo termine s'indicò, come fece Dante, (Par., XI, 4), lo studio e la pratica della medicina. In quest'opera, che consta di otto libri, è raccolta una serie di osservazioni, certo non tutte provenienti dallo stesso autore né forse dall'identica epoca, ma preziosissime perché rivelano una vastissima esperienza e cognizioni profonde. L'opera fu commentata centinaia di volte: più di 140 codici greci ne hanno trasmesso il testo; essa fu tradotta in tutte le lingue, ristampata innumerevoli volte e studiata fino al principio del secolo scorso in tutte le università.
Il più celebre degli aforismi ippocratici è il primo, il quale afferma: "La vita è breve, l'arte è lunga, l'occasione è fuggevole, l'esperimento fallace, il giudizio difficile". Notissimo è anche l'ultimo degli aforismi, nel quale si racchiude la somma di tutta l'esperienza della medicina greca del periodo classico: "Ciò che le medicine non guariscono, guarisce il ferro; ciò che non guarisce il ferro, guarisce il fuoco; ma ciò che il fuoco non guarisce si deve ritenere inguaribile". Negli aforismi ippocratici si trovano alcune acute osservazioni, la verità delle quali fu ampiamente provata dalle più recenti ricerche scientifiche. Essi costituiscono un documento preziosissimo dell'alto grado di sviluppo al quale era giunta la medicina ippocratica, e hanno formato oggetto di studio anche da parte degli storici più moderni, i quali vi hanno trovato il germe di alcuni nuovissimi orientamenti della medicina e della biologia.
La prima edizione greca degli aforismi è quella nelle opere complete di Ippocrate pubblicata da Aldo nel 1526, la prima edizione greco-latina è quella di Venezia dei Giunta del 1588, la prima edizione latina quella di Roma, di Francesco Minizio Calvo 1525. L'edizione più corretta è quella pubblicata a Parigi nelle opere complete coll'accuratissimo commento del Littré, nel 1839. Delle traduzioni italiane meritano di essere citate quelle del Levi (Venezia 1843) e del Cardini (Roma 1927). Per la bibliografia, vedi ippocrate.
La tradizione letteraria dell'aforismo, iniziata dalla silloge ippocratea, ebbe molti continuatori. Nel campo della medicina, notissima la collezione medievale di aforismi composta in esametri latini leonini dalla Scuola salernitana. Silloge analoga quella pubblicata a Leida nel 1709 da D.H. Boerhave, particolarmente interessante come specchio della cultura medica del tempo. Ma non solo la medicina venne trattata in aforismi: basti ricordare, p. esempio, quelli sull'arte bellica del Montecuccoli (v.), quelli politici dello scrittore inglese del'600 I. Harrington, e, infine, quelli filosofici del Platner (v.), del Bouterwek (v.), e, meglio noti, gli Aforismi per la saggezza della vita dello Schopenhauer.