AFANITTERI (dal gr. πτερός "ala" e ἀϕανής "nascosto, invisibile")
Ordine di Insetti comprendente specie di piccole dimensioni, compresse, attere, ectoparassite di vertebrati omeotermi, succhiatrici di sangue, volgarmente note col nome di pulci. Hanno il capo indistintamente separato dal corpo e frequentemente fornito di pettini costituiti da brevi spine; occhi piccoli e non faccettati, talora ridottissimi, tal'altra mancanti; antenne situate in depressioni speciali e composte di 3 articoli, dei quali l'ultimo forma una clava, che è divisa in un numero vario di parti a seconda delle specie o anche del sesso. Apparato boccale adattato a pungere e a succhiare. Le mandibole, allungatissime, stiliformi, leggermente seghettate nei due terzi distali, solcate in parte della loro faccia interna, prossimalmente si trovano a contatto con la prefaringe e formano insieme un canale, mediante il quale viene iniettata la saliva. Il labbro-epifaringe è rappresentato da un'appendice lunga e sottile, ventralmente scanalata, che, appoggiandosi alle mandibole, costituisce un secondo canale per il passaggio del sangue succhiato. Le mascelle hanno palpi di 4 articoli; il labbro inferiore palpi con un numero vario di articoli. Il torace porta alcuni pettini di spinette al pronoto. Le zampe, adattate per il salto, sono lunghe, robuste ed hanno tarsi di 5 articoli. Gli Afanitteri sono insetti olometaboli (a metamorfosi completa); le loro uova, bianche o cremee e ovoidi, vengono generalmente deposte nelle fessure dei pavimenti, sotto i tappeti od altrove, specialmente nelle case poco pulite; quelle delle pulci dei topi si trovano nelle soffitte e nei granai; raramente sono emesse sull'ospite, ma, quando ciò avviene, non essendo incollate ai peli o alla pelle, cadono a terra. Il periodo di incubazione dura, secondo la temperatura, da 3 a 10 giorni all'incirca. Le larve, biancastre, allungate, subcilindriche, apode, cieche, con apparato boccale masticatore, si nutrono delle particelle di sostanze organiche che trovano nelle abitazioni dei loro ospiti, nella polvere e nelle immondezze del terreno circostante. In alcune specie però il sangue succhiato dagli adulti ed evacuato in parte con le feci, pare costituisca per loro un nutrimento necessario. Prima di trasformarsi in pupa, si tessono un bozzoletto di seta biancastra. Gli afanitteri costituiscono un ordine naturale, che ha poche affinità con gli altri della classe. Alcuni autori li ritengono derivati dai ditteri, altri dai coleotteri. Gli adulti, tranne poche eccezioni (come il Dermatophilus penetrans L. che passa un periodo della sua vita sotto la pelle dell'ospite), vivono sui vertebrati omeotermi, di cui succhiano il sangue; possono così trasmettere i germi di varie malattie e, fra le altre, la peste bubbonica.
È stato dimostrato, che il terribile morbo può essere propagato da diverse specie di pulci, e specialmente dalla Xenopsylla cheopis Rothsch. I ratti sono particolarmente attaccati dal male: quando muoiono, molte delle pulci infette, che abbandonano il loro corpo, finiscono con l'assalire gli uomini, specialmente quelli che si trovano in condizioni deficienti d'igiene. Il modo di trasmissione della malattia è complicato, ma fondamentalmente si può riassumere come segue: durante il tempo nel quale la pulce infetta si nutre, il contenuto del suo intestino, ricco di bacilli pestosi, è vuotato di tanto in tanto e gli escrementi, introdotti anche parzialmente sotto la pelle dell'ospite che si gratta, o in altro modo, sono capaci di trasmettere l'infezione. Bacot e Martin hanno però scoperto (1913) che la peste può essere inoculata nell'ospite anche direttamente dalle pulci, mediante il rigurgito di sangue succhiato, che essendo venuto a contatto coi bacilli della peste ammassati nell'ingluvie dell'insetto ed avendo trovato da essi ostruito l'intestino, ritorna indietro e penetra nella ferita. Recentemente poi Canalis e Piras (1919), in seguito a ricerche eseguite nel porto di Genova, ritengono che la trasmissione del morbo dal topo all'uomo avvenga di solito per contagio diretto (infezione degli alimenti, penetrazione dei bacilli attraverso la pelle degli uomini scalzi). Le pulci possono rimanere digiune anche per un tempo molto lungo.
L'ordine comprende varie famiglie. La pulce dell'uomo (Pulex irritans L.) ha un ciclo biologico che richiede, in Europa, da 4 a 6 settimane per il suo sviluppo; è capace di propagare diverse malattie, fra le quali la leishmaniosi infantile o anemia splenica infantile (determinata dal protozoo flagellato Leishmania infantum), diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo. La pulce del cane (Ctenocemalus canis Dug.) punge anche l'uomo. Alcune specie che vivono sulle arvicole (Typhlopsylla assimilis Tschb., Hystrichopsylla tripectinata Tirab., e Ceratophyllus fasciatus Bosc.) trasmettono agli ospiti, terribili nemici delle nostre coltivazioni, il Bacterium pitymysi, che determina setticemie mortali.
Bibl.: J. N. Wagner, Aphanipterologische Studien, in Horae Soc. Ent. Ross., XXIII (1889), XXVII (1893), XXXIII (1898), XXXV (1900); id., Revue systématique des Aphaniptères, in Horae Soc. Ent. Ross., XXXIX (1910).