aerodinamica
aerodinàmica [Comp. di aero- e dinamica] [MCF] Termine coniato da P.S. Langley nel 1891 per indicare la parte della meccanica che studia i fenomeni riguardanti il moto dell'aria e quello di corpi in essa immersi, ma in effetti riguardante tali fenomeni in un aeriforme qualunque; in termini generali, è la parte della meccanica dei fluidi (v.) relativa agli aeriformi. Il riferimento all'aria è peraltro quello antonomastico, in quanto l'a. deve il suo grande sviluppo, sia sperimentale che teorico, alle questioni sollevate, all'incirca all'inizio del 20° sec., dal volo degli aeroplani. Limitandoci a ricordare qui semplicemente le grandi partizioni dell'a., va tenuto presente che l'aria può, a seconda della velocità in gioco, comportarsi da fluido incomprimibile, avendosi allora l'a. incomprimibile, o incompressibile, oppure da fluido comprimibile, avendosi l'a. comprimibile, o compressibile. Quest'ultima è a sua volta ripartita in varie discipline, secondo vari criteri. Il primo criterio è quello di fare riferimento alle velocità v in gioco, comparate con quella del suono nell'aria, C, parlandosi in conseguenza di a. subsonica (v.), con v<C, a. transonica (v.), con v<C in alcune parti del campo e v>C in altre parti, a supersonioca se v >C. Per aeriformi a bassa densità si ha la gasdinamica dei gas rarefatti (v. anche gasdinamica radiativa). Particolari aspetti hanno poi i problemi relativi ad aeriformi ionizzati (v. plasma), eventualmente sottoposti a un campo magnetico (v. magnetofluidodinamica; magnetoidrodinamica dei plasmi). Da un altro punto di vista si parla poi di a. sperimentale, in contrapp. ad a. teorica, per indicare quella parte dell'a. che si occupa della misurazione delle grandezze caratterizzanti un flusso d'aria e delle forze agenti su corpi che limitano tale flusso: v. aerodinamica sperimentale.