BOUTS, Aelbrecht
Pittore, nato a Lovanio intorno al 1460, morto ivi nel 1549. Secondogenito di Dieric, lavorò, come il fratello maggiore, Dieric II, nella bottega del padre; ma risentì l'influenza di Ugo van der Goes. In certe sue composizioni (come nel Calvario del Museo di Bruxelles) si notano già degli sfondi di paesaggi dai riflessi turchini, secondo la maniera lombarda, che ricompaiono poi nell'opera di Quentin Metsys, sebbene l'arte del B. sia ancora ligia alla tradizione dei maestri fiamminghi del sec. XV. Austero, anzi rude nel disegno, piuttosto cupo nel colorire, grave e quasi doloroso nelle espressioni, il B. creò nel suo Cristo un'opera veramente patetica. Lavorò per le chiese di Lovanio; dalla cappella di Notre-Dame proviene il trittico dell'Assunzione che gli aveva dato il nome convenzionale di Maestro dell'Assunta prima che il de Loo ne identificasse la personalità. Codesto trittico che negli sportelli ha il presunto ritratto dello zio del pittore e del pittore stesso insieme con la seconda moglie, è di maniera pesante e tormentata, a cui sottentrò più calma e finezza d'esecuzione in altri dipinti forse più tardi. Il B. copiò pure con delicatezza, introducendo varianti, opere del padre.
Tra le altre sue opere sono da rammentare: la Natività (Museo di Anversa) in cui è sensibile l'ispirazione tratta dalla grande pala di Ugo van der Goes; la Madonna col bambino e un angelo del Worcester Art Museum; il S. Cristoforo del Museo di Modena. Dipinti del Bouts si trovano a Berlino, Francoforte, Genova, Norimberga, Bonn.
Bibl.: G. H. de Loo, De l'identité de certains maîtres anonymes, Aelbrecht Bouts et le Maître de l'Assomption... ecc., Gand 1902; H. Hymans, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, IV, Lipsia 1910; F. Winkler, Die altniederländische Malerei, Berlino 1924; M. J. Friedländer, Die altniederländische Malerei, III, Berlino 1925.