adultocentrismo
(adulto-centrismo), s. m. Modello sociale incentrato sulla figura della persona adulta.
• Un argomento certo non semplice quello dei giovani nella società contemporanea, ma che don [Luigi] Ciotti, complice la sua pluriennale esperienza «sulla strada» accanto ai più fragili, è riuscito a sviscerare facendo riferimento a grandi personalità come don Giovanni Bosco, Norberto Bobbio, Piero Calamandrei e Umberto Terracini, e condividendo con il folto pubblico presente alcuni punti essenziali. «Riconoscere ai giovani le loro competenze respingendo violentemente l’adultocentrismo e quell’educazione bancaria secondo la quale essi sono dei contenitori in cui depositare qualcosa». (Eleonora Sartori, Messaggero Veneto, 13 marzo 2008, Gorizia, p. 4) • Se invece prendiamo due specie animali e confrontiamo la attuale con una lontana progenitrice, le differenze di forme sono visibili ma, dato che in natura non ci sono progettisti (con buona pace dei sostenitori del disegno intelligente) e che il processo di sviluppo, dall’uovo fecondato all’adulto, è opera di processi interni solo modulati dall’ambiente, ci deve interessare come si è evoluto l’intero processo. Infatti, i cultori di evo-devo mettono in guardia contro «l’adulto-centrismo». (Massimo Piattelli Palmarini, Corriere della sera, 5 aprile 2015, p. 23, Cronache) • Nel caso in cui i committenti siano omosessuali si aggiunge un’ulteriore violazione verso il nato, che ha diritto ad avere un padre e una madre, invece che due «padri» o due «madri». Tale è la situazione reale che si cerca di coprire e che è alimentata da un serio «adultocentrismo», in cui il presunto diritto di libertà degli adulti passa sopra e schiaccia i diritti dell’altro debole, non nato, senza voce. (Vittorio Possenti, Avvenire, 11 marzo 2016, p. 2, Idee).
- Composto dal s. m. adulto con l’aggiunta del confisso -centrismo.
- Già attestato nel Corriere della sera del 23 maggio 2005, p. 20, Cronache (Gabriela Jacomella).