GIANNOTTI, Adriano
Quartogenito dei cinque figli di Virginio, farmacista, e di Vincenza Pellegrini, nacque a Segni, in provincia di Roma, il 7 febbr. 1932. Trasferitasi la famiglia nella capitale, vi compì gli studi classici e si iscrisse poi alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Roma. Allievo dell'istituto di neuropsichiatria infantile diretto da G. Bollea, vi preparò la tesi su un argomento di epilessia. Conseguita la laurea il 24 luglio 1961, si specializzò quindi in neuropsichiatria infantile il 4 dic. 1965 e in tale disciplina sei anni più tardi conseguì l'abilitazione alla libera docenza. Avviatosi alla carriera universitaria, dal 1° ag. 1980 divenne professore associato e dal 1985 professore ordinario di neuropsichiatria infantile e titolare della seconda cattedra della disciplina nell'ateneo romano "La Sapienza". Assecondando il naturale e notevole interesse per lo studio della patologia psicosomatica e per i problemi dell'infanzia e dell'adolescenza, fin dai primi anni Settanta iniziò un'intensa attività mirante a introdurre la psicoanalisi infantile negli ambienti accademici italiani: in collaborazione con A. Giannakoulas, uno psicoanalista della Tavistock clinic di Londra che era stato invitato a Roma dal Bollea per una serie di conferenze, lavorò alla formazione di psicoterapeuti a orientamento analitico, approdando nel volgere di pochi anni all'inaugurazione, nel 1976, del primo corso quadriennale di formazione in psicoterapia psicoanalitica dell'età evolutiva.
I contributi del G. sul piano didattico e nel campo della ricerca furono encomiabili: titolare del corso ufficiale di neuropsichiatria infantile, fu anche docente nelle scuole di specializzazione in neuropsichiatria infantile, in psichiatria, in pediatria e in psicologia clinica dell'Università "La Sapienza". Presso l'istituto da lui diretto formò, con allievi e collaboratori, un autorevole gruppo di lavoro orientato allo studio dello psichismo infantile; avviò una serie di ricerche finanziate dai ministeri della Sanità e della Ricerca scientifica e tecnologica; gestì una convenzione tra il Provveditorato agli studi di Roma e la cattedra di neuropsichiatria infantile a favore di alunni con disturbi comportamentali e psicosomatici.
Il pensiero e l'opera del G. furono profondamente influenzati dalla psicoanalisi, intesa come lo strumento concettuale in grado di reperire le fondamenta dello psichismo umano al di là della neurofisiologia e di indagarne le linee essenziali superando le difficoltà di relazione con il paziente. Compiuta la sua analisi didattica presso lo psicoanalista S. Fajrajzen, divenne a sua volta psicoanalista didatta. Aderente alla Società psicoanalitica italiana, nel 1992 insieme con altri psicoanalisti se ne distaccò per fondare l'Associazione italiana di psicoanalisi della quale divenne presidente.
Pur non trascurando, soprattutto nell'attività privata, la terapia psicoanalitica dell'adulto, il G. si occupò in modo preminente di psicoanalisi infantile, di cui divenne uno dei più autorevoli esperti anche a livello internazionale. Studiò la psiche del fanciullo e dell'adolescente sulla scia delle conoscenze acquisite dalle ricerche di Melanie Klein, che aveva individuato l'esistenza del contrasto tra buono e cattivo nell'universo del bambino, e dalle indagini di D.W. Winnicott sulla difficoltà della distinzione tra il sé e l'ambiente nei primi stadi della vita. Seguì, come neuropsichiatra infantile e come psicoanalista, vari filoni di ricerca: la patologia psicosomatica, considerata come la dimostrazione che il pensiero e la parola sono inscritti nella realtà antropologica del bambino fin dalle primissime fasi; le psicosi infantili, la cui terapia propose di affidare allo psicoanalista nella veste di mediatore dotato della capacità di tradurre in simboli e quindi in pensiero le angosciose e impensabili sensazioni corporee del piccolo paziente, offrendogli un Io-ausiliario integrato e differenziato; la terapia delle cosiddette "psicosi simbiotiche", per la quale consigliò la prassi del "setting comune madre-bambino" in grado di consentire alla madre di accostarsi ai bisogni del figlio e di fornirgli un sostegno adeguato, riproponendo alla coppia madre-bambino una nuova nascita psicologica nel segno del superamento della ferita narcisistica inferta a entrambi nel momento della separazione corporea. Rivolse una particolare attenzione all'ambiente primario in cui il bambino è inserito, in considerazione di tutto il nucleo famigliare al fine di favorirne la crescita psicologica e combatterne gli eventuali aspetti psicopatogeni. Si interessò attivamente delle problematiche adolescenziali e propose una integrazione dei servizi di neuropsichiatria infantile e di psichiatria al fine di prevenire l'insorgenza di più gravi psicopatologie. Condusse ricerche di ordine teorico e clinico su numerosi settori di indagine: i disagi psicologici connessi all'adozione, alle difficoltà coniugali e alla separazione dei coniugi, alle dinamiche di coppia e a quelle intrapsichiche della futura madre nell'attesa della nascita del figlio. Si occupò dei problemi del bambino e dell'adolescente in ambito scolastico e collaborò con le istituzioni scolastiche per fornire consulenza e opportunità di formazione agli insegnanti, che considerava gli elementi fondamentali per l'attivazione o il recupero della potenzialità dell'alunno.
Relatore a congressi e convegni nazionali e internazionali, il G. fu autore di varie pubblicazioni scientifiche, tra le quali si ricordano qui: La psicoterapia diminori disadattati, in Esperienze di rieducazione, XII (1965), 7-8, pp. 35-42; Considerazioni critiche su problemi metodologici ed organizzativi delle classi differenziali di scuola media, in Infanzia anormale, n.s., 1968, n. 87, pp. 266-308, in coll. con M. Ammaniti; La bugia patologica in età evolutiva, ibid., 1968, n. 91, pp. 689-711; Aspetti del pensiero magico e del pensiero delirante in età evolutiva. Contributo casistico, ibid., 1968, n. 92, pp. 795-819, in coll. con G. Goretti; Considerazionicritiche su un quadro clinico di miopatia primaria associata a distiroidismo, insufficienza mentale ed iperaminoaciduria di tipo renale, ibid., 1968, n. 95, pp. 1249-1259; Mondo esterno e mondo interno nella relazione madre-bambino in un caso di psicosiinfantile, in Neuropsichiatria infantile, 1979, nn. 219-220, pp. 1021-1033; Autismo infantile precoce: considerazioni sulla psicopatologia e sul processo psicoterapico, ibid., pp. 943-964, in coll. con G. De Astis; Vicissitudini psicologiche normali epatologiche connesse alla prima dentizione, ibid., 1982, nn. 246-247, pp. 67-83, in coll. con G. De Astis - P. Catarci; L'analisi del processo primario in età evolutiva (Contributo preliminare di ricerca con il reattivo di Rorschach siglato secondo il metodo di Holt), ibid., 1982, n. 248, pp. 145-158, in coll. con G.V. Caprara - M.F. Pazielli; Manifestazioni e trasformazioni del processo primario in età evolutiva: contributo di ricerca, ibid., 1983, nn. 258-259, pp. 17-24, in coll. con G.V. Caprara e altri; Sul concetto di crisi in età evolutiva, ibid., 1983, nn. 264-265, pp. 360-366, in coll. con M. Lombardo Radice - C. Saccu; Lo spazio intimo nella relazione terapeutica neltrattamento di un adolescente (a proposito di casi gravi), in Giorn. di neuropsichiatria dell'età evolutiva, III (1983), pp. 343-351; Studio preliminare sulla catamnesi delle psicosi infantili seguite in trattamento psicoanalitico, ibid., pp. 549-555, in coll. con G. De Astis - A.M. Lanza; Ruolo dei processi corporei nellosviluppo mentale e disturbi dell'apprendimento, ibid., V (1985), pp. 29-36, in coll. con G. De Astis; Onnipotenza autistica e onnipotenza simbiotica nelle psicosi infantili, in Psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, LIV (1987), pp. 651-658, in coll. con G. De Astis; I disturbi di apprendimento come espressione di disagio del nucleofamiliare, ibid., LV (1988), pp. 589-600, in coll. con F. Del Pidio - C. Sapio; Il difficile conseguimento dell'identità di genere. Rischi di un'organizzazione perversa, ibid., pp. 703-716, in coll. con E. Spano; Pre-adoptive diagnosis:the meaning of a crisis, in British Journal of psychotherapy, VI (1989), pp. 160-169, in coll. con U. Sabatello - P. Natali; Informazione e formazione nella scuola:riflessioni sull'esperienza di un anno di lavoro, in Psichiatria dell'infanzia edell'adolescenza, LVIII (1991), pp. 83-96, in coll. con A.M. Lanza e altri; Tracorpo e parola: l'uso del linguaggio come simbolo condiviso, ibid., pp. 175-186, in coll. con F. Del Pidio. Nel 1989 pubblicò a Roma, in coll. con G. De Astis, il volume Il diseguale: psicopatologia degli stati precoci dello sviluppo.
Il G. appartenne a varie società scientifiche: la Società italiana di neuropsichiatria infantile, l'International Psychoanalytical Association, l'International Society for adolescent psychiatry di cui fu president-elect, la World Association for infant psychiatry and allied disciplines.
Dal suo matrimonio con la biologa Vittorina Borlotti ebbe i figli Virginia, divenuta medico neuropsichiatra infantile e psicoanalista, Stefano e Francesco.
Colpito da neoplasia polmonare, morì a Roma il 12 giugno 1994.
Fonti e Bibl.: Necr. in Il Tempo, 13 giugno 1994; Il Manifesto, 15 giugno 1994; L'Unità, 16 giugno 1994; Archivio dell'Università di Roma "La Sapienza", Curriculum vitae; In ricordo di A. G., in Psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, LXI (1994), pp. 531-555.