CAPPELLI, Adriano
Nacque a Modena l'8 giugno 1859 da Antonio, bibliotecario dell'Estense, e da Luigia Malagoli. Studiò a Firenze, ove si laureò in lettere presso quell'istituto di studi superiori. Nel 1884 entrò nella carriera degli archivi di Stato e fu assegnato, come "alunno di 1ª categoria", all'Archivio di Stato di Milano; ivi, sotto la guida del vecchio C. Cantù, condusse ampi studi sul materiale archivistico visconteo e sforzesco, acquisendo una vasta pratica paleografica e diplomatistica e una notevole erudizione storica. Nel 1903 il C. fu trasferito a Parma, come direttore del locale Archivio di Stato, e vi rimase, con le medesime funzioni, sino al collocamento a riposo avvenuto nel dicembre del 1925, ottenendo anche, in segno di apprezzamento per l'opera compiuta in tanti anni di servizio, il titolo di direttore onorario dell'istituto. Cultore di studi storici locali, fu membro del Consiglio di presidenza della Deputazione di storia patria per l'Emilia e Romagna.
Morì a Vigotto (Parma) l'11 sett. 1942.
La notorietà del C., che va ben al di là dell'ambito locale, è legata però non tanto alla sua attività di archivista, e neppure agli scarsi contributi da lui offerti alla storiografia regionale, quanto piuttosto ai due manuali, l'uno di cronologia, l'altro di avviamento allo studio e alla lettura delle abbreviazioni latine ricorrenti in codici e in documenti, che furono da lui compilati e che ebbero (e ancora hanno) ampia diffusione in Italia e all'estero.
Il Dizionario di abbreviature latine e italiane venne edito per la prima volta a Milano, nella collezione dei "Manuali Hoepli", nel 1899.
Esso consiste in una raccolta di molte migliaia di compendi (nell'ultima edizione si giunge alla cifra di oltre 15.000) ordinati in serie alfabetica secondo le lettere espresse, riprodotti in facsimile e accompagnati dalla relativa esplicazione e dall'indicazione del secolo; i compendi stessi furono dal C. per buona parte ricavati da repertori anteriori, come quello settecentesco di G. L. Walther (Lexicon diplomaticum..., Gottingae 1745-47), e in parte minore da documenti e manoscritti italiani spogliati direttamente, ma purtroppo mai citati. L'opera, volta a fini puramente pratici e dedicata dal C. agli studenti e agli archivisti, può essere ancora oggi considerata "la migliore fra le compilazioni moderne" (G. Battelli, Lezioni di paleografia, Città del Vaticano 1949, p. 106); ma presenta molte lacune, soprattutto in settori tecnici (compendi usati in manoscritti di opere di medicina, astrologia, mercatura, ecc.), un ordinamento non sempre perspicuo (la divisione fra compendi veri e propri e sigle, simboli e segni è spesso imprecisa e complica la consultazione), una notevole approssimazione nei disegni, soprattutto in quelli relativi ad abbreviazioni altomedievali. L'introduzione, dedicata alla "Brachigrafia medievale" (pp. XI-XLIX) e basata meccanicamente su di un saggio di G. Paoli di pochi anni prima (Le abbreviature nella paleografia latina del Medioevo, Firenze 1891), rivela tutti i limiti teorici e scientifici della preparazione del C., posti in rilievo poco dopo dal massimo dei Paleografi del tempo, L. von Traube, in una impietosa recensione (Paläographische Anzeigen, II, in Neues Archiv, XXVI[1900], pp. 229-240, riprodotta in Vorlesungen und Abhandlungen, III, München 1965, pp. 222-229). Il repertorio del C. incontrò comunque molta fortuna; fu tradotto in tedesco nel 1901e riedito dall'autore nel 1912 e nel 1929, con aggiunte e correzioni; quindi ristampato più volte dal 1949in poi; una nuova edizione tedesca era riapparsa nel 1928.
La seconda, fortunata, opera del C. consistette nella ancora più nota, forse, e diffusa Cronologia,cronografia e calendario perpetuo, edita a Milano per la prima volta, sempre nei "Manuali Hoepli", nel 1906, quindi ivi riedita nel 1930 e poi più e più volte ristampata.
Anche in questo caso si tratta di un manuale pratico, contenente, oltre a nozioni di cronologia generale, anche le tavole cronologiche degli imperatori, dei pontefici e dei sovrani e governi di tutti gli Stati europei, e inoltre i principali calendari, le festività religiose, ecc. Concepito in modo assai chiaro, disposto funzionalmente, questo repertorio, anche se oramai invecchiato, sia perché fermo al 1929, sia perché non più aggiornato sul piano bibliografico, risulta tuttora utile e conta anche alcune parti originali, come quella dedicata ai diversi stili cronologici adoperati negli Stati e città d'Italia (pp. 11-16) e d'Europa (pp. 16-22).
L'interesse del C. ai problemi della cronologia è rivelato anche da alcuni dei suoi pochissimi saggi minori dati alle stampe, fra i quali ricordiamo: Una grida sulla riforma del calendario, in Arch. stor. lomb., s. 3, XVII (1902), pp. 471-73, e La riforma del calendario giuliano negli Stati di Parma e Piacenza, in Arch. stor. per le prov. parmensi, XXII bis(1922), pp. 91-98.
Fonti e Bibl.: I dati biogr. del C. si ricavano dal suostato matricolare depositato presso la Direz. generale degli Arch. di Stato del ministero dell'Interno in Roma, nonché da una breve necrol. di A. Barrili, in Arch. stor. per le prov. parmensi, s. 3, VII-VIII (1942-43), p. XX. Giudizi sul Diz.di abbreviature sitrovano in G. Cencetti, Linea di storia della scrittura latina, Bologna 1954, pp. 363 s.; Compte rendu des travaux du deuxième Colloque international de paléographie, in Bull. de l'Institut de recherche et d'hist. des testes, XIV (1966), pp. 123, 129, 132, 134 s.