BURLAMACCHI, Adriano
Nacque da Michele di Pietro e da Caterina Balbani nel 1512. Il cugino Gherardo Burlamacchi lo ricorda, "di fortissima complettione et piuttosto campestro, cacciator e ugellatori che mercante". Iniziò le sue attività mercantili a Palermo, fu poi a Lione con il fratello Niccolò. Nel 1536 il B. partecipava alla spedizione punitiva condotta da una trentina di giovani nobili contro i monaci di S. Frediano di Lucca. Del 1539 è un suo primo testamento: egli lasciava eredi i fratelli Francesco, Niccolò e Paolo e assegnava alla figlia naturale, Angela, una dote di 1.000 scudi rivendicandole il diritto di rimanere nella casa avita, spesata del vitto e del vestiario, sino al giorno del matrimonio.
Negli anni quaranta il B. fu ad Anversa come rappresentante della compagnia "Niccolò, Adriano e Paolo Burlamacchi"; rientrato a Lucca, sposò Maddalena di Bartolomeo Cenami con dote di soli 1.000 scudi: secondo il cugino Gherardo la modestia della dote era dovuta al fatto che il B. "non era de' più belli del mondo, che 'l mal franzese l'havea guasto". Con l'ultimo testamento, del 27 luglio 1555, lasciò eredi i fratelli Niccolò e Paolo e i nipoti figli di Francesco.
Paolo, fratello del B., iniziò le sue attività mercantili a Lione donde rientrò a Lucca nel 1533; l'anno successivo si trasferì ad Anversa. Dopo un nuovo soggiorno a Lucca fra il 1535 e il 1539 ritornò ad Anversa, dove rimase fino al 1545; l'anno dopo era di nuovo nelle Fiandre, dove si trattenne fino al 1552. Nel 1554 ripartì per Anversa con il cugino Gherardo Burlamacchi e con il nipote Michele di Francesco Burlamacchi. L'anno successivo si trasferì in Sicilia dove ebbe fortuna nei primi anni; in seguito le cose peggiorarono ed egli fu costretto a interrompere l'attività mercantile in proprio per passare al servizio dei Buonvisi. Per loro fu in Fiandra dal 1568 al 1578; dal 1579 al 1582 fu a Venezia, sempre per i Buonvisi. Fu poi a Napoli e a Ferrara dove morì.
Stefano, fratello del D. e di Paolo, nacque a Lucca nel 1501. Svolse le sue prime attività mercantili a Bruges e ad Anversa, dapprima in compagnia di Giovanni Balbani e poi con il fratello Francesco. Rientrato a Lucca nel settembre 1529, sposò nel novembre Antonia di Cesare de' Nobili. La compagnia d'arte della seta "Francesco e Stefano Burlamacchi" è attestata a Lione nel 1531 e a Lucca nel 1532; nel 1535 vigeva a Lione sotto il nome del solo Stefano, che morì nel 1536. Il cugino Gherardo Burlamacchi ricorda che con Stefano venne meno, per la valentia nella mercatura, cla colonna di casa". La vedova di Stefano sposò nel 1537 Domenico di Niccolò Burlamacchi; l'unica figlia, di nome Chiara, che era nata nel 1531, aveva sposato nel 1548 Benedetto di Martino Buonvisi.
Fonti e Bibl.: Lucca, Bibl. gov., ms. 1941: Gherardo Burlamacchi, Diario (sec. XVI), cc. 12; 12v-13 (Paolo); 8 (Stefano); Ibid., ms. 1108; G. V. Baroni, Notizie geneal. delle fam. lucchesi (sec. XVIII), pp. 238 ss., 333, 458; 237 s., 303 (Paolo); 253, 301 ss., 329, 331 s., 457 (Stefano); J. A. Goris, Etude sur les colonies marchandes mérid. à Anvers de 1488 à1567, Louvain 1925, pp. 618, 641 (anche per Paolo); L. Gilliodts van Severen, Cartulaire de l'Ancienne Estaple de Bruges, II, Bruges 1905, p. 584, n. 1548 (Stefano); D. Gioffrè, Gênes et les foires de change (de Lyon à Besançon), Paris 1960, nn. 639 s., 676 (Stefano); E. Coornaert, Les Français et le commerce international à Anvers. Fin du XVè-XVIe siècle, Paris 1961, II, p. 73, n. 1; C. Marciani, Lettres de change aux foires de Lanciano au XVIe siècle, Paris 1962, n. 138; M. Berengo, Nobili e mercanti nella Lucca del Cinquecento, Torino 1965, pp. 38, 40 n., 366 n., 216 n. (per Paolo).