MANIU, Adrian
Poeta, scrittore e drammaturgo romeno di ispirazione tradizionalista, nato a Bucarest nel 1891.
La nota caratteristica della poesia, della prosa e del dramma di M. si coglie dal suo studio La gravure sur bois en Roumanie, 1929. La sua linearità, primitivista all'inizio (Figuri de ceară, 1912), poi volutamente caricaturale (Salomeea, 1915; Paharuṭ cu otravă, Il bicchiere di veleno, 1919) diviene infine pacata in riflessive ispirazioni folkloristiche (Meṣterul, Il mastro, teatro, 1923; Lângă pământ, Presso la terra, versi, 1924), sempre in contatto coi problemi artistici contemporanei (Drumul spre stele, La strada delle stelle; Cântece de dragoste ṣi moarte, Canti d'amore e morte, 1935). La sua evoluzione dall'infantilismo al bizantinismo si determina in un'ultima tappa "pensierista" (gândiristă, dalla riv. Gândirea, Il pensiero). Paesaggista o cantore della caducità, il poeta tocca talvolta antiche corde classiche (Catullo, Ovidio). Il classicismo dà al suo rusticismo raffinati ceselli che lo avvicinano a I. Pillat. Oltre alle opere ricordate, il M. ha pubblicato: Cartea Ôării (Il libro della patria, 1934), Focurile primăverii òi flăcări de toamnă (Fuochi di primavera e fiamme d'autunno, 1935), Versuri (1938), edizione definitiva dell'intera opera poetica.