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Adrasto

di Guido Martellotti - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Adrasto

Guido Martellotti

. Eroe greco della stirpe dei Biantidi: regnò ad Argo dopo essersi riconciliato con il rivale Anfiarao, che s'era impossessato del trono, e insieme con lui prese parte alla spedizione dei Sette, per ricollocare Polinice sul trono di Tebe. D. lo nomina in Cv IV XXV 6, 8, 10; e quanto ne dice è suggerito dal primo libro della Tebaide di Stazio, in una lettura particolarmente attenta alle peripezie romanzesche e ai riflessi psicologici del racconto.

Nell'atmosfera fosca e violenta che caratterizza l'inizio della Tebaide, il regno di A. si presenta come un'oasi di pace (" Rex ibi tranquille, medio de limite vitae / in senium vergens, populos Adrastus habebat ", Theb. I 390-391). Ma nel segreto del suo cuore il re è angustiato da un responso dell'oracolo, che ha predetto come sposi alle sue due figlie, Argia e Deipile (o Deifile: cfr. Pg XXII 110 Deifile e Argia) un leone e un cinghiale. Polinice, esule dalla patria, allo scadere dell'anno in cui il regno spetta al fratello Eteocle, è spinto da un'aspra tempesta a rifugiarsi nel cortile del palazzo di A.; ivi sopraggiunge, nella medesima notte tempestosa, Tideo, fuggito da Calidone per essersi macchiato di un omicidio. Nessuno dei due vuol dividere con l'altro il suo posto, sicché vengono alle mani, e stanno per estrarre le spade, quando A. interviene, li convince a deporre l'ira e con gesto cortese li fa entrare, come ospiti, nel palazzo. Solo allora A. si accorge che Polinice è coperto di una pelle di leone e Tideo di una pelle di cinghiale: sta per compiersi, e felicemente, il pauroso oracolo.

Al racconto di Stazio ricorre D. nel Convivio per illustrare con esempi le tre diverse passioni della vergogna: cioè stupore, pudore e verecondia. Lo stupore è definito come uno stordimento d'animo per grandi e maravigliose cose vedere o udire o per alcuno modo sentire... E però dice Stazio, lo dolce poeta, nel primo de la Tebana Istoria, che quando Adrasto, rege de li Argi, vide Polinice coverto d'un cuoio di leone, e vide Tideo coverto d'un cuoio di porco selvatico, e ricordossi del risponso che Apollo dato avea per le sue figlie, che esso divenne stupido; e però più reverente e più disideroso di sapere (Cv IV XXV 5-6). Lo stupore di A. è descritto espressamente da Stazio (Theb. I 490-492 " stupet omine tanto / defixus senior, divina oracula Phoebi / agnoscens... "); la reverenza e il desiderio di sapere, che D. considera necessarie conseguenze e complementi dello stupore, si ricavano dal successivo comportamento di A., che dopo un breve silenzio alza le palme al cielo e volge una preghiera alla Notte che lo ha rischiarato, sciogliendolo dall'angosciosa perplessità (I 497 ss.) e più tardi volge domande ai suoi ospiti, specialmente a Polinice (I 671-672).

La figura di A. ricorre anche, pur non direttamente, a proposito delle altre due passioni. Il pudore infatti è illustrato dal comportamento delle figlie, Argia e Deifile, che la nutrice Aceste per ordine di lui ha condotto dinanzi da li occhi del santo padre ne la presenza de li due peregrini: esse si fanno pallide e rosse, e i loro occhi, sfuggendo ogni altro sguardo, si affisano solo ne la paterna faccia, quasi come sicuri (Cv IV XXV 8: cfr. Theb. I 537-539 " pallorque ruborque / purpureas hausere genas, oculique verentes / ad sanctum rediere patrem "). Esempio di verecondia è dato da Polinice che, domandato da Adrasto rege del suo essere (Cv IV XXV 10), esita a rispondere e poi nella risposta tace il nome del padre, Edipo, per vergogna dei fatti che il suo nome ricorda (v. ARGIA; DEIFILE; POLINICE).

Vedi anche
Polinice (gr. Πολυνείκης) Mitico figlio di Edipo, fratello di Eteocle, Antigone e Ismene. La sua rivalità con Eteocle, originata dalla maledizione di Edipo, portò alla guerra dei Sette contro Tebe. Polinice pattuì con Eteocle un’alternanza annuale di regno, ma fu da lui cacciato; allora chiese e ottenne aiuto ... Tideo (gr. Τυδεύς) Eroe del ciclo tebano; figlio di Eneo, re di Calidone. Ucciso a caccia uno zio (o un fratello), riparò presso Adrasto, in Argo, e ne sposò la figlia Deipile. Combatté poi al seguito di Polinice contro Tebe, dove uccise Melanippo restando però da lui mortalmente ferito; Anfiarao tagliò la ... Anfiarao (gr. ᾿Αμϕιάραος) Antica divinità greca di carattere ctonio e profetico, probabilmente già venerata dai Micenei nel 13° sec. a.C. (Apijarewo), poi, a quanto pare, declassata a eroe. Il culto era particolarmente diffuso in Beozia e nel Peloponneso e dal 4-3° sec. a.C. anche nell’Attica, a Ramnunte.  ● ... Erifile (gr. ᾿Εριϕύλη) Mitica figlia di Talao, sorella di Adrasto re di Argo, moglie di Anfiarao. Corrotta con una collana d’oro da Adrasto, obbligò il marito a prender parte alla guerra dei Sette contro Tebe, pur sapendo che vi sarebbe stato ucciso. Nella guerra degli Epigoni, corrotta da Tersandro, figlio ...
Tag
  • CINGHIALE
  • POLINICE
  • ANFIARAO
  • CALIDONE
  • CONVIVIO
Altri risultati per Adrasto
  • Adrasto
    Enciclopedia on line
    (gr. ῎Αδραστος) Eroe della mitologia greca, uno dei guerrieri che condussero la spedizione dei Sette contro Tebe; unico superstite, partecipò secondo Pindaro alla successiva spedizione degli Epigoni. In alcune tradizioni Adrasto è il fondatore delle Nemee, delle quali sarebbe stato, secondo un’altra ...
  • ADRASTO
    Enciclopedia Italiana (1929)
    Figlio di Talao e di Lisimache (figliuola di Abante o di Polibo Sicionio), nipote di Biante, pronipote dell'aolide Amitaone. La leggenda ce lo presenta abitualmente come re in Argo. Quivi signoreggiano a un tempo tre stirpi, i Biantidi, i Melampodidi, i Pretidi. In una sommossa però avviene che il Biantide ...
Vocabolario
interpórre
interporre interpórre v. tr. [dal lat. interponĕre, comp. di inter- e ponĕre «porre»] (coniug. come porre). – 1. Porre in mezzo, tra due azioni, tra due momenti successivi (raramente tra due oggetti concreti): i. ostacoli, difficoltà; i....
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