Pseudonimo del poeta siriano naturalizzato libanese ‛Alī Aḥmad al-Sa‛īd (n. Qassabīn, Laodicea, 1930). È stato tra i fondatori della rivista Ši῾r ("Poesia"), aperta alla sperimentazione e alla poesia occidentale. Tra gli iniziatori del verso libero, A. ha contribuito a svincolare la poesia araba dagli schemi tradizionali.
Terminati gli studi presso l'università di Damasco si è trasferito a Beirut (1956). Nel 1957 ha fondato, insieme al poeta libanese Yūsuf al-H̱āl, la rivista letteraria Ši῾r ("Poesia"), la cui pubblicazione è stata interrotta nel 1964. Nel 1968 ha partecipato con altri scrittori alla creazione di un'altra rivista letteraria, Mawāqif ("Posizioni"), da lui diretta fino al 1994. Chiamato a tenere alcune lezioni presso il Collège de France, dal 1985 si è stabilito a Parigi, dove ha ottenuto riconoscimenti ufficiali. In Italia gli è stato assegnato nel 1999 il Premio Nonino per la poesia.
Considerato uno degli iniziatori del verso libero (al-ši῾r al-ḥurr), A. ha contribuito a svincolare la poesia araba dagli schemi tradizionali, rifiutando tuttavia ogni tipo di semplificazione linguistica e strutturale. Oltre ai numerosi volumi di poesia (Aġānī Mihyār al-dimašqī, 1961, "I canti di Mihyar il damasceno"; al-A῾māl al-ši῾riyya al-kāmila, 1971, "Opera poetica completa"; Šahwa tataqaddam fī ẖarā'iṭ al-mādda, 1987, trad. it. Desiderio che avanza nelle mappe della materia, 1997; al-Kitāb, 1995 e 1998, "Il libro", prima parte di un'importante opera poetica; Siggil, 2000), A. ha pubblicato anche saggi critici sulla poesia (Muqaddima lī 'l-ši῾r al-῾Arabī, 1971; trad. it. Introduzione alla poetica araba, 1992) e più in generale sulla cultura araba. Nella sua monumentale opera al-Ṯābit wa 'l-mutaḥawwil: baḥṯ fī 'l-ittibā' wa 'l-ibdā῾ ῾inda al-῾Arab (3 voll., 1974-79, "La staticità e il movimento: uno studio sull'imitazione e l'innovazione nella cultura araba"), A. ha ripercorso le tappe della civiltà araba, dalla nascita del profeta Maometto ai giorni nostri. Tra le sue opere più recenti tradotte in lingua italiana occorre fare menzione a Sijjil (2000); Mūsīqā al-hūt al-azraq (2005, La musica della balena azzurra), al-Muhīt al-aswad (2006, L'oceano nero), Fi῾ufq Bairut (Beirut. La non-città, 2007).