Scultore (Milano 1868 - ivi 1931). W. fu prof. all'Accademia di Brera (dal 1923). La sua arte, caratterizzata da una sorprendente perizia tecnica nel maneggiare la materia, si propone effetti drammatici, complicati da oscuri significati letterari; essa partecipa solo sporadicamente del gusto del Novecento.
Lavorò dapprima come esecutore in marmo di modelli presso vari artisti, fra cui G. Grandi, frequentando intanto l'Accademia di Brera. La statua di un Mozzo (1890 circa; Corfù, Achilleion) segnò l'inizio di un'attività indipendente, mentre lo scultore si fece meglio conoscere con il busto di Atte (Roma, Galleria nazionale d'arte moderna). Intanto, con l'esposizione a Monaco del Martire, trovò un mecenate in Franz Rose di Dohlau, per il quale lavorò fino al 1912. In quell'anno W. ottenne il premio della Triennale di Brera con una monumentale trilogia per fontana (Il Santo, Il Giovane, Il Saggio, Milano, giardino della Villa Reale). Ottenne inoltre a una biennale veneziana (1922) il premio della città di Venezia con il gruppo La famiglia e (1925) il Grand Prix dell'Esposizione internazionale per l'arte decorativa a Parigi. Membro (dal 1924) del Consiglio superiore per le belle arti, fu nominato nel 1929 accademico d'Italia. Si citano ancora tra le sue opere più note: "Vir temporis acti" (1913, Museo di Königsberg); la Madre adottiva (1918, Milano, cimitero monumentale); La concezione (Milano, collezione Rossi); Sepolcro Boschi (1921, cimitero di Castiglione delle Stiviere); ritratto di Toscanini (1925, Roma, Galleria nazionale d'arte moderna); ritratto di Mussolini (Milano, Galleria d'arte moderna); i tre busti di Battisti, Filzi e Chiesa sull'Arco della Vittoria a Bolzano (1927); il Puro folle (1930, Gardone, Vittoriale).