RAVÀ, Adolfo
Filosofo del diritto, nato a Roma l'11 marzo 1879, morto ivi l'8 marzo 1957. Insegnò filosofia del diritto all'università di Camerino (1903-11) e contemporaneamente, per incarico, per alcuni anni (1910-11), in quella di Cagliari; quindi a Messina (1911-14), Parma (1914-18), Palermo (1918-22), Padova (1922-38); dal 1923 al 1938 fu anche incaricato di istituzioni di diritto privato all'Istituto di scienze economiche e commerciali di Venezia, e questa materia passò a insegnare a Roma (fino al 1955) nella facoltà di economia e commercio. Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei.
Merito del R. è l'aver rimesso in discussione il problema dei rapporti tra diritto e morale, problema che il R. risolve sulla base della distinzione kantiana tra imperativi categorici e imperativi ipotetici. Il diritto rientrerebbe nel solco di quegli imperativi ipotetici che Kant definisce "tecnici". La sua forma logica sarebbe, quindi, quella della norma tecnica o, semplicemente, norma: poiché "tutte le norme regolatrici degli atti umani sono tecniche" e "non esistono norme morali; morale perciò non può essere che la volontà: l'azione è sempre tecnica". A tali conclusioni il R. è portato dall'accostarsi al pensiero di Fichte, secondo il quale è negata ogni normatività alla morale, fondandosi questa unicamente sulla coscienza. La quale coscienza è sempre la coscienza individualistica della concezione kantiana: e di essa il R. avverte i limiti, formulando - di fronte alla società atomistica di tipo kantiano - un'istanza di società organica. Ma questa istanza gli si viene componendo nell'idea dello stato, inteso come organismo etico, cui il diritto nella sua natura di mezzo tenderebbe a subordinarsi come al suo fine. E quand'anche lo stato non sia - come qualcuno ha scritto - organismo etico in quanto è stato, ma sia stato se è organismo etico, e quindi non vada propriamente identificato con lo stato-totalità etica di Hegel, tuttavia è, in effetti, a questo assai vicino.
Opere principali: I compiti della filosofia di fronte al diritto (Roma 1907); Il valore della storia di fronte alle scienze naturali e per la concezione del mondo (Roma 1909); Il socialismo di Fichte e le sue basi filosofico-giuridiche (Palermo 1907); Introduzione allo studio della filosofia di Fichte (Modena 1909); Il diritto come norma tecnica (Cagliari 1911) e Lo stato come organismo etico (Messina 1914), riuniti in seguito nel volume Diritto e stato nella morale idealistica (Padova 1950).