CRESCENTINI, Adolfo
Nato a Bologna il 25 nov. 1854, da Girolamo e da Daria Donati, studiò al Liceo musicale con S. Golinelli per il pianoforte e G. Busi per la composizione, pubblicando già negli anni di studio una serie di brevi pezzi per pianoforte, fra i quali una Marcia funebre in do minore in memoria del suo maestro G. Busi (Bologna 1871). Tornato in patria dopo alcuni viaggi all'estero che gli permisero di ampliare il suo orizzonte culturale, il C. fu uno dei protagonisti della rinascita strumentale che si svolse a Bologna negli ultimi vent'anni del sec. XIX intorno a L. Mancinelli prima e a G. Martucci poi. Dal 1892 prese parte quasi ogni anno ai concerti da camera della Società del quartetto, spesso insieme ai membri del Quartetto bolognese (i violinisti F. Sarti e A. Massarenti, il violista A. Consolini e il violoncellista F. Serato), presentando per la prima volta al pubblico bolognese le più belle composizioni cameristiche di L. van Beethoven., F. Schubert, F. Mendelssohn, R. Schumann, e di autori contemporanei come A. Dvorak e J. Brahms: quest'ultimo venne rivelato al pubblico italiano con l'esecuzione del Quartetto con pianoforte op. 25, effettuata alla Società del quartetto dal C. e dal Quartetto bolognese il 30 marzo 1884. Il C. contribuì a questo fervore di iniziative nel campo della musica da camera anche come compositore: un suo Trio in mi minore per pianoforte, violino e violoncello, fu premiato con medaglia d'oro dalla Società del quartetto al concorso bandito il 1º febbr. 1884. e fu eseguito con successo il 25 genn. 1885.
Nel 1886 il C. esordì come direttore d'orchestra, dirigendo nel mese di aprile due concerti popolari dati dalla Società orchestrale al teatro Brunetti, colmando così il vuoto creato dalle improvvise dimissioni del Mancinelli, che in quel periodo era a capo di tutte le più importanti istituzioni musicali della città. Il debutto del C., malgrado il successo di pubblico, fu inizialmente male accolto dalla stampa locale, fatta eccezione per il corrispondente da Bologna della Gazzetta musicale di Milano, che ebbe parole di elogio per il giovane direttore, citando fra i momenti più felici della direzione del C. il Preludio al terzo atto del Lohengrin di R. Wagner, la Danza della Silfidi di H. Berlioz, e la Novelletta amorosa di J. Selmi. I due concerti, e in particolar modo il secondo, erano dedicati specialmente a musiche di autori italiani, come G. Zuelli, N. Celega, e G. Verdi.
Membro dell'Accademia filarmonica di Bologna, di cui fu anche segretario (1887), e vicepresidente (1894), il C. partecipò attivamente alla vita artistica della celebre istituzione, organizzando i concerti da camera dei "Venerdì musicali della Quaresima" nel 1886, suonando con successo come solista nel medesimo ciclo di concerti l'anno successivo. Compose anche, per incarico dell'Accademia, alcuni brani di musica sacra: gli statuti dell'Accademia prevedevano infatti che ogni anno si eseguissero due solenni messe, di cui una da requiem, composte dagli stessi accademici: nel dicembre 1888 il C. diresse quindi alcuni suoi pezzi, l'Agnus Dei nella Messa da vivo e l'Introito e il Kyrie in quella da requiem, composizioni che vennero favorevolmente accolte dalla critica del tempo, specialmente per l'ordine e la chiarezza del discorso musicale.
Il C. fu, inoltre, ideatore della cosidetta "scala enigmatica verdiana": questa scala fu proposta ai lettori della Gazzetta musicale di Milano nel fascicolo del 5 ag. 1888; in un successivo fascicolo (26 agosto) furono pubblicate le armonizzazioni inviate dai lettori e quella dello stesso Crescentini. Verdi utilizzò poi questa scala nel 1890 come basso obbligato di una Ave Maria a 4 voci.
Il C. affiancò all'attività di compositore e pianista quella di insegnante al Liceo musicale di Bologna, che tuttavia dovette abbandonare a causa della salute malferma.
Morì a Bologna l'8 luglio 1921.
Il C. fu autore quasi esclusivamente di musica pianistica. Pubblicò infatti, prevalentemente presso la Casa Ricordi, numerose composizioni, quasi tutte nella forma di brevi pezzi caratteristici spesso riuniti in suites. Compose inoltre alcune fantasie su temi operistici: dal Rheingold di R. Wagner, dal Mefistofele di A. Boito, dalla Regina di Saba di K. Goldmark. Alcuni suoi pezzi furono pubblicati nel 1901 e 1904 come supplemento alla rivista fiorentina La Nuova Musica. Il C. fu autore anche di opere didattiche (Nuovo tecnicismo delle scale, Firenze 1902) e di una revisione dei Preludi op. 23 e op. 64 di S. Golinelli (Milano, Ricordi, s. d.). Alla produzione pianistica si devono aggiungere alcuni brani di musica sacra (quelli composti per l'Accademia filarmonica nel 1888, di cui fu pubblicato solo l'Introito da morto, per tenori e bassi con accompagnamento di orchestra (Milano, Lucca, s. d.) e un O salutaris, per soprano con accompagnamento d'organo Milano, Fantuzzi, s. d.), alcune romanze per voce e pianoforte, e il citato Trio con pianoforte (Milano, Lucca, s. d.), vincitore del concorso della Società dei Quartetto nel 1884:questa composizione, che rivela echi brahmsiani e schumanniani, fu definita un "lavoro ben pensato, ottimamente condotto e in molti punti non privo di ispirazione" dal critico della Gazzetta musicale di Milano (1885, p. 58), che tuttavia lamentava un eccessivo predominio della parte pianistica su quella degli altri strumenti. Nel complesso la produzione del C. rivela un musicista sensibile e attento alle vicende musicali del tempo, appartenente quindi a quel "gruppo di musicisti di schietta formazione italiana, allievi delle maggiori scuole pianistiche del tardo Ottocento, indubbiamente relazionati e partecipi al costume del tempo: tecnicamente provveduto, culturalmente informato e stilisticamente individuato" (S. Martinotti, Ottocento strumentale, p. 481).
Bibl.: Catalogo generale delle opere pubbl. dallo stabilimento musicale ditta F. Lucca in Milano, I, Milano 1884, pp. 29, 62, 304 s.; II, ibid. 1886, pp. 59, 150; Catal. generale delle ediz. G. Ricordi e C., Milano s. d., I, pp. 99, 562; II, p. 667; III, pp. 1030, 1079; Appendice al catal. generale delle ediz. G. Ricordi e C. (dal genn. 1897 a tutto marzo 1904), ibid., p. 27; Gazz. music. di Milano, XI, (1885), pp. 58, 103; XLI (1886), pp. 116, 155; XLII (1887), pp. 102 s., 360; XLIII (1888), pp. 292, 319 s., 447; CLVII (1892), pp. 404, 448, 472; LI (1896), p. 450; L'Arpa, XXXIV (1887), pp. 13, 30, 34, 105; G. Gaspari, Catal. della Bibl. del Liceo musicale di Bologna, I, Bologna 1890, p. 129; IV, ibid. 1905, pp. 40 s., 106; Società del Quartetto in Bologna. I primi cento concerti (1879-1896), Bologna 1897, pp. XXIV, 20, 22, 24 s., 27 s., 31, 38, 42, 46, 48, 58, 61; F. Vatielli, Cinquant'anni di vita musicale a Bologna (1850-1900), Bologna 1921, pp. 44 s., 48; Due secoli di vita musicale. Storia del Teatro comunale di Bologna, a cura di L. Trezzini, I, Bologna 1966, pp. 21, 183; S. Martinotti, Ottocento strumentale ital., Bologna 1972, pp. 368, 481; G. Zanotti, Biblioteca del convento di S. Francesco di Bologna. Catal. del fondo musicale, I, Bologna 1975, pp. 96 s.; V. Terenzio, La musica ital. nell'Ottocento, II, Milano 1976, p. 630; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 388 e Suppl., p. 224; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, p. 158.