Psichiatra (Niederweningen, Zurigo, 1866 - Baltimora 1950). Dal 1892 negli Stati Uniti, dove ricoprì importanti incarichi scientifici e didattici, le sue concezioni influenzarono profondamente, e per decennî, tutta la psichiatria americana. Convinto che le origini della patologia dei disturbi mentali andassero rintracciate in anomalie della personalità e non in fatti cerebrali, introdusse in psichiatria un approccio pluralistico, prammatico e strutturale. Sottolineò l'importanza della relazione fra sviluppo della personalità e ambiente sociale e interpretò i disordini psichici come modalità di adattamento al sociale. Sua è la formulazione di una dottrina, la psicobiologia, volta ad affrontare il problema del rapporto mente-cervello in termini di reciproco condizionamento fra meccanismi che determinano pensieri ed emozioni e funzionamento biochimico delle correlate strutture nervose. Numerosi i suoi contributi alla neuroanatomia e alla neuropatologia: scoprì la via lobo-temporale delle radiazioni ottiche, detta asse di M., e studiò l'afasia. La sua opera principale è Collected papers (4 voll., 1950-52).